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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXI - Numero 31 GENNAIO 2013
STUDI E RICERCHE
UNO STUDIO PROMUOVE IL FINANZIAMENTO DEL RICICLAGGIO DELLE
NAVI NELL'UNIONE EUROPEA
Uno studio pubblicato in settimana dalla ditta olandese di
consulenze economiche Profundo asserisce che un provvedimento
finanziario finalizzato ad assicurare il riciclaggio ambientale
delle navi controllate dall'Unione Europea sarebbe non solo
giuridicamente sostenibile ma anche necessario.
Lo studio giunge proprio nel momento in cui il Parlamento
Europeo sta iniziando a vedersela con la questione.
Il rapporto fornisce tre diversi modelli alternativi: un fondo
finanziato dagli armatori mediante tasse applicate presso i porti
dell'Unione Europea, un programma di assicurazione sulla vita della
nave ed un conto di risparmio abbinato ad un fondo di transizione
specificamente destinato al finanziamento del riciclaggio delle navi
più vecchie.
La NGO Shipbreaking Platform, una coalizione globale di 18
organizzazioni ambientali, di diritti umani e di diritti dei
lavoratori che promuovono il riciclaggio pulito e sicuro delle navi,
ha accolto favorevolmente i ritrovati dello studio e ha richiesto al
Parlamento ed al Consiglio Europeo di prevedere un meccanismo
finanziario allo scopo di trasformare la proposta della Commissione
in uno strumento effettivo per promuovere il riciclaggio
responsabile delle navi e per garantire pari condizioni a livello
mondiale.
La Platform ha inoltre pubblicato questa settimana una versione
aggiornata del proprio Libro sulle Politiche, che contiene
un'argomentazione dettagliata degli obiettivi e degli elementi che
dovrebbero essere inclusi nel meccanismo finanziario.
La NGO Shipbreaking Platform sostiene che qualsiasi meccanismo
di questo genere dovrebbe fondarsi sulla responsabilità
individuale del produttore e costituire un forte incentivo economico
per gli armatori a demolire in modo appropriato le loro navi
arrivate alla fine del ciclo vitale.
L'incentivo finanziario dovrebbe perseguite i seguenti tre
obiettivi:
assorbire i costi del riciclaggio appropriato delle navi e della
gestione dei rifiuti pericolosi;
scoraggiare l'attribuzione di una nuova nazionalità alle
navi arrivate alla fine del ciclo vitale per sottrarsi alla
normativa europea;
implementare un programma di responsabilità individuale
per gli armatori al fine di incoraggiare il settore marittimo a
ricercare modelli progettuali di navi verdi ed a tenere pulite
preventivamente le navi nel corso della loro utilizzazione
operativa.
La Commissione stessa ha discusso l'idea di un fondo nel proprio
“Libro Verde sulla migliore demolizione delle navi” ed
il Parlamento Europeo ha già interpellato la Commissione nel
2008 allo scopo di analizzare le diverse possibilità.
Sfortunatamente, la Commissione non ha incluso un meccanismo
finanziario nella propria proposta pubblicata a marzo del 2012.
Tuttavia, il parlamentare europeo Carl Schlyter, relatore alla
Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, ha suggerito la
costituzione di un fondo finanziato da tasse pagate dalle navi che
fanno scalo presso i porti europei, che al momento è in fase
di discussione da parte di tutti i gruppi politici.
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