Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
11:51 GMT+1
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 15 LUGLIO 2015
REEFER
IL DOLLARO FORTE ED IL CATTIVO TEMPO MANDANO A MALE I
PRODOTTI DEPERIBILI STATUNITENSI
Le esportazioni statunitensi di prodotti freschi sono state in
sofferenza a causa del rafforzamento del dollaro, che ha indebolito
la loro attrattiva nei confronti dei consumatori esteri; il problema
è stato esacerbato dall'impatto sui raccolti delle avverse
condizioni meteorologiche.
"Il mercato dei deperibili quest'anno è un po'
spento" riferisce Tim Strauss, vicepresidente della divisione
merci della Hawaiian Air.
"Vediamo un po' di fiacchezza nel mercato.
Fragole, ciliegie ad altra frutta sono diventate più care
per il consumatore estero" aggiunge Chris Connell, presidente
della ditta specializzata in deperibili Commodity Forwarders Inc.
con sede a Los Angeles.
"Si tratta di un momento molto allarmante, perché le
tendenze sono collegate in misura notevole al tasso di cambio"
afferma.
Il Dipartimento dell'Agricoltura statunitense prevede un calo
delle esportazioni agricole quest'anno, dopo diversi anni di
continua crescita alimentati dalla domanda globale in aumento e da
un dollaro più competitivo.
"La gente non vuole raddoppiare la spesa per le mele perché
il tasso di cambio ed costi di trasporto sono alti.
Al loro posto, prenderà un altro tipo di frutta"
dichiara Connell.
I coltivatori di mele dello stato di Washington hanno perduto
decine di migliaia di dollari di ricavi a causa del rallentamento
dei porti della costa occidentale, che ha fatto sì che le
mele venissero lasciate a marcire nei campi o sui moli.
Secondo la Commissione Mele dello stato di Washington gli
esportatori di mele della zona in effetti hanno perduto almeno tre
settimane della propria stagione a causa di tali problemi.
Unitamente ad una offerta da record di mele, la situazione ha
creato dei surplus che non possono né essere spediti con
profitto alla volta dei mercati né inviati alle ditte che
provvedono alla trasformazione in succhi di frutta.
E adesso la siccità in corso in California ha colpito la
produzione stessa del raccolto, risultando in una qualità
leggermente più bassa od in meno frutta.
"I raccolti della California non sono così cospicui
come negli ultimi anni: il tempo secco ha spinto un po' in basso la
qualità del raccolto, cosa che è necessaria affinché
il mercato delle esportazioni vada al massimo" sottolinea
Strauss.
Connell, da parte sua, sostiene che la siccità
probabilmente non avrebbe comportato un impatto enorme, ma che,
combinato con il tasso di cambio ha indotto alla spedizione di meno
volumi, in particolare in Asia ed Europa.
Persino le esportazioni di ciliegie dal Pacifico
nord-occidentale hanno mostrato un calo.
Per certi versi, tuttavia, ciò non era inatteso, essendo
venuto dopo un raccolto record nel 2014, ma anche il tempo ha svolto
un ruolo in questo.
"Le ciliegie dello stato di Washington hanno sbandato un
po' perché hanno preso la pioggia nel momento sbagliato"
spiega Connell.
"La finestra quest'anno è stata più stretta a
causa del tempo" ha aggiunto.
"Normalmente c'è una finestra di tre mesi dalla fine
di aprile ad agosto".
I coltivatori hanno dovuto inoltre adattarsi ad un cambiamento
della domanda dall'altro lato del Pacifico.
"Il grande cambiamento nel mercato sta nel fatto che le
ciliegie si concentrano più verso la Corea che verso il
Giappone, che normalmente aveva una posizione di preminenza.
Evidentemente la Costco ha più vendite per piede quadrato nei
suoi magazzini coreani che altrove nel proprio sistema" afferma
Strauss. Secondo Connell, questo dirottamento è in corso da
alcuni anni.
Il mercato giapponese è divenuto più sensibile ai
prezzi ed ora è un acquirente di minori volumi, mentre la
domanda in Corea è aumentata.
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore