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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 28 FEBBRAIO 2017
TRASPORTI ED AMBIENTE
IL VOTO DEL PARLAMENTO EUROPEO FISSA UNA SCADENZA CHIARA AI
FINI DI UNA SOLUZIONE GLOBALE IN ORDINE ALLA CO2 NEL TRASPORTO
MARITTIMO
Il 16 febbraio il Parlamento Europeo ha votato a favore
dell'inclusione delle emissioni di CO2 derivanti dal trasporto
marittimo nello ETS (Sistema europeo di scambio delle quote di
emissione) e dell'istituzione di un fondo per il clima marino "in
mancanza di progressi a livello internazionale" a partire dal
2023.
Poiché il cambiamento climatico rappresenta una
problematica a livello mondiale ed il trasporto marittimo è
un settore globale, l'ESPO (European Sea Ports Organisation) ritiene
fermamente che l'IMO (International Maritime Organization) sia di
gran lunga il posto giusto per mettere in linea con l'Accordo di
Parigi l'introduzione di un obiettivo inerente alla CO2 e le misure
per ridurre le emissioni derivanti dal trasporto marittimo.
A tale riguardo, l'ESPO crede che il piano d'azione concertato
in occasione della riunione della IMO MEPC lo scorso ottobre sia un
punto di partenza per le discussioni.
Sulle base delle prove scientifiche disponibili, occorre che
l'IMO moltiplichi i propri sforzi e presenti un obiettivo iniziale
di riduzione nel contesto della verifica dell'Accordo di Parigi nel
2018 unitamente a provvedimenti sul breve termine.
Entro il 2023, l'IMO dovrebbe introdurre l'obiettivo necessario
nonché misure per far scendere la curva delle emissioni di
CO2.
L'ESPO ritiene che un periodo di 6 anni fino a quando non
entreranno in vigore i provvedimenti dell'Unione Europea sia un
lasso di tempo sufficiente perché l'IMO discuta e concerti i
necessari obiettivi e misure.
Il 2023 deve pertanto considerarsi una pietra miliare.
Nel caso che questa scadenza non venisse rispettata, dovranno
essere adottati provvedimenti dall'Unione Europea.
Dovrebbe tuttavia essere chiaro che in caso di un accordo
internazionale entro il 2023, i provvedimenti dell'Unione Europea
dovrebbero essere abrogati.
"L'Accordo di Parigi ha condotto a risultati eccezionali a
causa della cooperazione a livello internazionale ed all'attivo
impegno dei paesi in via di sviluppo e sviluppati.
Poiché il cambiamento climatico è una minaccia
globale e lo shipping un settore internazionale, è chiaro che
un approccio regionale non è preferibile.
L'IMO è di gran lunga il posto giusto per introdurre un
obiettivo e provvedimenti per le emissioni del trasporto marittimo.
Il voto odierno in Parlamento dovrebbe essere visto come un
incoraggiamento per una soluzione globale, dal momento che il
termine previsto nel 2013 viene rispettato.
Se, tuttavia, l'IMO non dovesse fissare un obiettivo di
riduzione delle emissioni ed adottare i provvedimenti per attuarlo
entro il 2023, un approccio da parte dell'Unione Europea sembrerebbe
inevitabile.
Noi pertanto speriamo che l'IMO accelererà il processo e
dimostrerà lo stesso livello di ambizione nell'occuparsi del
cambiamento climatico così come fece in occasione
dell'accordo sui limiti di inquinamento atmosferico globale lo
scorso mese di ottobre" afferma Isabelle Ryckbost, segretario
generale dell'ESPO.
I porti, le città costiere e le loro comunità
locali sono fra i soggetti maggiormente vulnerabili alle condizioni
meteorologiche estreme risultanti dal riscaldamento globale.
Ai sensi dell'Accordo di Parigi occorre che tutti i paesi e
tutti i settori dell'economia intraprendano iniziative immediate e
contribuiscano a mantenere l'incremento della temperatura globale al
di sotto dei 2°C.
I provvedimenti per il clima a livello europeo e nazionale
attualmente in fase di sviluppo per attuare l'Accordo di Parigi
obbligheranno i porti a ridurre l'impronta di carbonio delle proprie
attività situate a terra.
Questi sforzi dovrebbero essere accompagnati da misure inerenti
le emissioni generate in mare.
La reputazione ambientale del settore marittimo-portuale è
a rischio.
Lo scorso ottobre, la IMO MEPC 70 ha concordato un piano
d'azione relativo allo sviluppo di una esaustiva strategia sulla
riduzione delle emissioni di gas serra derivanti dalle navi.
Il 2018 è stato definito la pietra miliare per la
definizione di una strategia iniziale dell'IMO.
Questa strategia iniziale consentirà al trasporto
marittimo internazionale di prendere parte alla prima riunione per
fare l'inventario ai sensi dell'Accordo di Parigi nel 2018 quando
tutti gli obiettivi nazionali di riduzione saranno verificati
affinché siano adeguati allo scopo.
La suddetta strategia sarà in conseguenza adattata sulla
base dell'analisi dei dati disponibili e la strategia rivisitata
prevista per la primavera del 2023 sarà infine adottata.
Il piano d'azione tuttavia non prende nessun impegno per mettere
a punto un obiettivo iniziale di riduzione delle emissioni
nell'ambito della strategia.
(da: hellenicshippingnews.com/espo.be, 16 febbraio 2017)
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