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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 31 OTTOBRE 2017
PORTI
I PORTI RUSSI SI ACCINGONO AD ADDEBITARE "ONERI PER GLI
INVESTIMENTI" GIÀ NEL 2017
Il Ministero dei Trasporti russo ha formulato la
regolamentazione finalizzata ad introdurre i cosiddetti "oneri
per gli investimenti" presso gli scali marittimi nazionali.
Il denaro raccolto mediante questi tributi è destinato ad
essere investito nella costruzione e nello sviluppo di
infrastrutture di proprietà statale presso i porti marittimi.
Tuttavia, come scrive PortNews, questo potrebbe far
diminuire la competitività dei porti russi.
La relativa documentazione è stata pubblicata sul sito
web federale a titolo di informazioni legali, compresa una bozza
degli emendamenti all'ordinanza #387 del Ministero dei Trasporti
"Sull'approvazione della lista di oneri portuali raccolti negli
scali marittimi della Federazione Russa" che dovrebbero entrare
in vigore già il 1° novembre prossimo.
La documentazione federale pubblicata introduce il concetto di
"oneri per gli investimenti" da imporre a tutte le navi
battenti bandiera straniera ed anche russa che fanno scalo presso i
porti del paese.
Il tributo è destinato ad essere utilizzato per
finanziare i programmi di investimento relativi alla costruzione ed
allo sviluppo delle strutture statali presso i porti.
Gli oneri saranno stabiliti dal Ministero dei Trasporti per un
anno ed un periodo programmato dei due anni seguenti per particolari
porti.
Com'è stato riferito, essi saranno imposti a tutte le
navi adibite al trasporto di carichi secchi (portacontainer
comprese) ed alle petroliere che entrano ed escono nei e dai porti
russi nel corso dei loro viaggi d'oltremare.
Il tributo può essere addebitato anche alle navi
passeggeri ed ai traghetti nel caso che i loro porti e terminal di
scalo siano inclusi nel programma federale di investimenti.
Le navi ro-ro ed i pescherecci russi che lavorano all'interno
delle acque territoriali del paese sono esentate.
Gli oneri vengono addebitati in rubli e si basano sul t.s.l.
della nave.
Le portacontainer sono soggette ad un coefficiente dello 0,5%.
L'introduzione dei nuovi oneri portuali sta avvenendo in un
momento piuttosto complicato per i porti russi.
Come riportato il 23 ottobre da Port.Today, ad agosto il
Presidente Vladimir Putin aveva ordinato di convertire in rubli a
partire dal 1° gennaio 2018 gli oneri di movimentazione portuale
delle imprese di stivaggio russe, sebbene da sempre queste tariffe
della maggior parte dei porti russi, specialmente quelli che
movimentano contenitori, siano state fissate in dollari USA e questo
sia sempre stato generalmente accettato dalle imprese di trasporto
marittimo mondiali.
Inoltre, in seguito all'ampio sviluppo terminalistico ed alla
crisi del 2014-2015, che hanno indotto un calo del 25% dei risultati
containerizzati nel 2015, le strutture containerizzate in Russia
sono notevolmente sottoutilizzate.
Così, nei porti baltici il tasso di utilizzazione dei
porti è solo di circa il 30%, in Estremo Oriente è del
40% e nel Mar Nero è del 60%.
Le strutture adibite ai carichi generali sono in genere
utilizzate appena al 50-60%.
In queste condizioni, gli oneri portuali aggiuntivi possono
influenzare negativamente la competitività dei porti russi
rispetto agli stati vicini.
Poi, l'onere per gli investimenti molto probabilmente porterà
ad un incremento dei costi delle merci esportate e di conseguenza
avrà un impatto negativo sulla competitività dei
prodotti nazionali sul mercato globale.
Port.Today terrà sotto monitoraggio la vicenda per
valutare gli effetti dei nuovi oneri a tempo debito.
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