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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 15 DICEMBRE 2017
LEGISLAZIONE
LA REGOLAMENTAZIONE DEI SERVIZI PORTUALI DELL'UNIONE EUROPEA:
CI SARÀ SICURAMENTE INCERTEZZA DOPO LA BREXIT
Se mai ci volesse una dimostrazione di come in effetti prometta
di essere complicato il processo della Brexit, basti pensare al
sostanzialmente autosufficiente settore portuale del Regno Unito ed
alla sua quasi unanime opposizione alla tanto criticata
Regolamentazione dei Servizi Portuali dell'Unione Europea.
In un discorso in occasione del ricevimento parlamentare annuale
del Major Port Group del Regno Unito alla Camera dei Comuni a fine
novembre, il ministro britannico del trasporto marittimo John Hayes
ha offerto l'esempio del tipico intervento ottimistico di molti
fautori della Brexit nel governo, affermando che il settore si trova
di fronte a "meravigliose opportunità", dato che
"la regolamentazione dei servizi portuali è stata
fortunatamente gettata nel cestino della storia".
Se solo fosse così.
Ecco un breve riassunto storico per coloro che non sono a
conoscenza - o se ne sono dimenticati - di una delle storie più
incredibilmente noiose relative al trasporto marittimo europeo di
questo secolo (e non si sta scherzando).
Ad un certo punto della fine degli anni '90, i responsabili
della Commissione Europea avevano deciso che il settore portuale era
regolamentato in modo insufficiente ed aveva bisogno di una
normativa per garantire la concorrenza, specialmente nell'ambito di
un particolare porto, ed avevano iniziato a preparare la "direttiva
sull'accesso ai servizi portuali".
C'è stata l'opposizione da parte di una vasta gamma di
interessi - autorità portuali ed operatori terminalistici
così come sindacati di tutta l'Europa - ma in particolare da
parte del già privatizzato settore portuale del Regno Unito,
generalmente composto da porte d'accesso ad operatore unico, i quali
congiuntamente sostenevano che grazie alla collocazione geografica
la concorrenza nell'ambito di un porto non era necessaria dal
momento che c'era già un'adeguata concorrenza fra i porti.
Così, 20 anni dopo - a marzo di quest'anno per essere
precisi - l'Unione Europea ha adottato la Regolamentazione dei
Servizi Portuali, così come essa è nota, anche se si è
trattato di una versione annacquata della proposta originale.
Tuttavia, ora che abbiamo la Brexit, può darsi che essa
non debba essere accolta per nulla nella normativa del Regno Unito.
O lo sarà?
Ai sensi della normale progressione da direttiva a legge, la
normativa dell'Unione Europea viene adottata due anni prima della
sua entrata in vigore, di modo che il calendario della
Regolamentazione dei Servizi Portuali prevede che essa diventi una
norma dell'Unione Europea circa un mese dopo la data in cui ci si
aspetta che la Brexit abbia formalmente luogo nel 2019.
Tuttavia, allo stesso tempo, il governo del Regno Unito sta
altresì lavorando al Grande Disegno di Legge di Abrogazione
(anche se, francamente, siamo in attesa di vedere che cosa
esattamente ci sia di così grande al riguardo) che in modo
effettivo trasporrà l'attuale normativa dell'Unione Europea
nella normativa britannica successiva alla Brexit.
Ciò significa che la Regolamentazione dei Servizi
Portuali, lungi dall'essere gettata nel cestino della storia, molto
probabilmente farà parte della normativa del Regno Unito.
The Loadstar ha saputo che ci sono state richieste da
parte di rappresentanti di porti del Regno Unito al DExEU
(Dipartimento per l'Uscita dall'Unione Europea) affinché la
regolamentazione venisse omessa nella legge di abrogazione, ma che
esse sono state in gran parte ignorate.
Al di là dei temi fondamentali del disegno di legge per
il divorzio - i diritti dei cittadini dell'Unione Europea nel Regno
Unito e la questione del confine irlandese - la strategia generale
del governo del Regno Unito nei confronti della normativa
dell'Unione Europea sembra esser quella di portarla tutta nella
normativa del Regno Unito in cambio del conseguimento di un accordo
commerciale con l'Unione Europea.
Solo dopo averlo ottenuto, il governo inizierà a valutare
la rimozione dei frammenti normativi che la Gran Bretagna non vuole…
e dato il tradizionale posto che il settore portuale occupa nella
gerarchia delle priorità governative (davvero basso, nel caso
non lo si sapesse), la cosa più vicina alla certezza, in
termini di Regolamentazione dei Servizi Portuali, è che
probabilmente ci sarà un sacco di altra incertezza e
confusione giuridica.
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