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MED.I.T.A.: soluzione alle code di accesso alle infrastrutture
Esempio virtuoso della volontà di innovare il sistema dei trasporti nel segno della eco-sostenibilità e dell'efficienza
13 aprile 2015
JESI - Da Valencia a Livorno, passando per Jesi ed il porto di Ancona, ed approdare poi a Bar in Montenegro e quindi Patrasso e fino a Tripoli, in Libano. Il progetto “MED.I.TA. - MEDiterranean Information Traffic Application” del programma MED, , si propone, quale obiettivo generale, la realizzazione di un “Intelligent Freight Corridor”, appunto tra i nodi infrastrutturali partner del progetto fungendo al contempo da stakeholder, garantendo così la tracciabilità di merci ed informazioni lungo il percorso. Il risultato è reso possibile grazie all'integrazione di tecnologie
RFID (identificazione a radio frequenza) con i differenti sistemi IT utilizzati all'interno di ciascun porto o interporto coinvolto. L'obiettivo è velocizzare il tempo di accesso e di uscita dalle infrastrutture, riducendo i tempi di accesso necessari per effettuare il controllo ai gate, attuale causa di lunghe code. La capacità competitiva dei sistemi industriali in un'ottica di sostenibilità economica ed ambientale è un'esperienza riscontrabile nel progetto M.E.D.I.T.A, e le buone pratiche che da esso stanno emergendo, aprono nuovi scenari di introduzione della tecnologia nel comparto della logistica e del trasporto. Infatti non sono solo le merci ma anche le informazioni a dover essere condivise e questo progetto va proprio in questa direzione e può contribuire a giocare la partita della competitività che verte sui servizi e, quelli doganali in particolare, sono un fattore strategico dal quale non è possibile prescindere. Inoltre il progetto consente di declinare il concetto di sostenibilità dal punto di vista economico e da quello ambientale, in considerazione della riduzione dell'inquinamento prodotto dai veicoli in transito, grazie a percorsi resi ottimizzati.
Nell'ultimo meeting tra i partner, svoltosi ad Atene il 23 e 24 marzo scorsi si è dato il via alla fase di sperimentazione che, per quanto riguarda l'Interporto delle Marche, riguarderà 20 ditte per oltre 700 mezzi tra motrici, autocarri, semirimorchi e auto.
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