Autorità Portuale di Genova
Piano Operativo Triennale 2008-2010
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INDICE
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- La riorganizzazione del ciclo operativo portuale
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- Parzialmente innovando rispetto ai precedenti Piani Operativi
Triennali si è per la prima volta inteso dedicare un
approfondimento su alcuni specifici aspetti organizzativi generali
del porto. L'obiettivo del lavoro da avviare, che si articola in una
serie di interventi da sviluppare unitamente alle diverse componenti
dell'utenza portuale ed alle Amministrazioni presenti in porto, si
indirizza (partendo dagli elementi di criticità meglio
conosciuti) verso l'introduzione di una serie di regole e requisiti
prestazionali che disciplinino l'erogazione di alcuni fondamentali
servizi ed operazioni all'interno del porto. Ciò come diretta
conseguenza della necessità della tempestiva mobilizzazione
di tutti gli strumenti utili a favorire, a risorse infrastrutturali
invariate, il necessario recupero e potenziamento della capacità
produttiva dello scalo.
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- D'altro canto, il significativo lavoro che è stato
sviluppato negli ultimi anni da Autorità Portuale con la
stessa utenza portuale in tema di riordino del processo documentale
e connesse procedure operative consente di presentare un quadro di
riferimento sufficientemente maturo per delineare le iniziative che
verranno in argomento assunte.
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- E' da aggiungere che le situazioni di crisi operativa che, a
diverso titolo e praticamente senza soluzione di continuità,
si sono registrate negli ultimi mesi hanno per certi aspetti ancor
meglio evidenziato la necessità di una tempestiva
riqualificazione del nostro assetto organizzativo. Esigenza, questa,
resa ancor più indilazionabile dagli effetti che tali
ricorrenti situazioni hanno avuto sull'immagine della complessiva
competitività territoriale urbana circostante.
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- I temi oggetto di trattazione sono affrontati in termini
estremamente sintetici. Trattasi infatti di argomenti che, nella
stragrande maggioranza dei casi, sono oggetto di approfondimento in
tavoli di confronto già avviati e conseguentemente facilmente
“riconoscibili” dall'utenza portuale che ha dato un
notevole impulso al lavoro sino ad oggi svolto.
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- La prima considerazione da effettuare, anche in relazione ai
profili più sopra richiamati, è che nel corrente
esercizio verrà completato, in linea con gli interventi
riorganizzativi e tecnologici già indicati nel precedente
POT, il completo riordino del ciclo documentale del traffico
portuale su strada, sia in importazione che in esportazione, sia per
il bacino di Voltri che per quello di Sampierdarena.
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- Uno dei risultati più qualificanti del lavoro svolto è
quello di avere individuato con sufficiente chiarezza e con il
concorso di tutti i Soggetti Pubblici e Privati coinvolti alcuni
requisiti essenziali del ciclo documentale in modo da orientare il
modello di gestione del processo verso obiettivi sinergici di
competitività di sistema. Tali obiettivi si traducono nella
possibile costruzione di tempi certi e predefiniti all'interno dei
quali misurare le prestazioni dello stesso sistema portuale.
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- Il sistema implementato si traduce concretamente nella
possibilità degli operatori di “collocarsi” nei
segmenti del processo di rispettiva competenza in maniera coerente e
coordinata supportati nell'operatività da infrastrutture e
servizi in grado di verificare la completezza delle operazioni
svolte e le eventuali azioni da porre in essere per il loro
completamento.
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- Quale conseguenza degli interventi in corso, l'autotrasporto
(che ha già avuto modo di sperimentare in questi mesi alcune
finestre informative relative allo “ritirabilità”
dei contenitori) potrà a breve operare attraverso preavvisi
di arrivo per i contenitori (e più in generale per tutta la
merce) che ci si appresta a consegnare e/o ritirare. Il sistema è
in grado di allertare gli operatori coinvolti nella singola
spedizione dell'imminente arrivo della merce e “sollecitare”
le operazioni di processo eventualmente carenti, favorendo così
il loro coordinamento sia per assicurare la disponibilità,
prima che il mezzo si presenti ai varchi, della base informativa e
documentale necessaria a garantire appropriate condizioni di
transito, sia per la miglior programmazione del successivo
imbarco/sbarco della merce. Ovviamente le performances delle
strutture di varco rappresentano l'elemento centrale su cui Autorità
Portuale andrà misurare la complessiva efficacia del sistema
introdotto.
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- Tale complesso di interventi è, come accennato, il
risultato di un prolungato lavoro istruttorio che, ha visto
l'Autorità Portuale, d'intesa con le diverse componenti
dell'utenza portuale (delle altre Amministrazioni operanti in porto
si dirà più avanti), definire lo schema organizzativo
ed operativo all'interno del quale calare gli interventi più
propriamente tecnologici. Al momento e seguendo questa metodologia
di lavoro è in corso di definizione un documento di
riferimento che, per ogni fase del ciclo e per i diversi operatori
coinvolti, va a definire le regole di lavoro ed i requisiti
prestazionali che tutte le componenti dell'utenza portuale devono
assicurare. A livello di impostazione metodologica un importante
contributo è stato offerto ad Autorità Portuale dagli
studi che Associazione Spedizionieri ed Università degli
Studi di Genova hanno recentemente svolto per la costruzione di una
Carta dei Servizi Portuali. Resta da evidenziare un semplice dato,
peraltro condiviso da tutte le Associazioni che stanno partecipando
al lavoro: ogni disfunzione che rileva dal punto di vista
dell'organizzazione generale del porto, oltreché incidere sul
piano della qualità delle relazioni operative che Autorità
Portuale richiede ai diversi operatori a garanzia del livello
qualitativo dei complessivi servizi offerti, si riflette in maniera
diretta ed immediata sul più generale livello di
sostenibilità dell'attività portuale. Se
l'introduzione intensiva di tecnologia si è infatti
dimostrata (come confermato dalle componenti di sistema già
in esercizio) un elemento importante per avviare una complessiva
riconfigurazione del ciclo di lavoro, è altrettanto
importante che questo processo sia accompagnato da elementi
prescrittivi in grado di rimuovere assetti organizzativi e prassi
operative (di cui è in corso una puntuale ricognizione) non
appropriate rispetto ai livelli qualitativi cui deve tendere il
nostro scalo.
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- Gli interventi sopra richiamati concorrono ad impostare, quale
specifico intervento da avviare a partire da quanto già
evidenziato nel presente documento, una organica pianificazione e
definizione dei protocolli da sviluppare in risposta alle situazioni
di emergenza operativa. Il diretto ed immediato impatto che queste
hanno sul livello di sostenibilità dei traffici portuali
impone infatti la capacità di organizzare delle risposte
appropriate ed accuratamente predefinite alle situazioni di crisi
operativa da qualsiasi elemento determinate.
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- In effetti, già a partire dalle giornate di fermo
operativo registrate nel mese di dicembre 2007 a causa delle avverse
condizioni meteo, era stato avviato un percorso di lavoro tra
Autorità Portuale ed utenza portuale, che andava nel senso
indicato; purtroppo, lo sviluppo del lavoro avviato, è
rimasto condizionato dalle ulteriori situazioni di emergenza
venutesi in seguito a determinare. Pare quindi quanto mai importante
poter riprendere gli indirizzi in allora sviluppati per poterli
tradurre, anche alla luce dell'esperienza nel frattempo maturata, in
alcuni regole generali.
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- Le direttrici del lavoro in allora impostato si articolavano in
almeno tre versanti di intervento ritenuti prioritari:
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- porre in essere tutti gli strumenti in grado di assicurare un
efficace filtro agli automezzi diretti alle aree portuali, non
appena si verifica la situazione di emergenza;
- assicurare la flessibilità dell'orario di funzionamento
dei varchi portuali per rispondere ai particolari flussi di transito
conseguenti al ripristino delle normali condizioni di operatività;
- assicurare la flessibilità dei contenuti della
documentazione commerciale e doganale di accompagnamento alla merce
la scadenza della quale può avere pesanti effetti negativi
sull'operatività portuale in situazioni nelle quali i “tempi”
del porto risultano di fatto alterati.
- Anche da questo punto di vista è quindi necessario
accelerare gli interventi che, sul piano tecnologico, organizzativo
ed infrastrutturale l'Autorità Portuale sta sviluppando a
favore del trasporto merci su strada. La possibilità che il
porto di Genova operi esclusivamente attraverso un traffico
camionistico “prenotato” (il che significa
“riconosciuto” in termini di provenienza,
caratteristiche e previsione di arrivo) consente una puntuale
conoscenza dei mezzi da “intercettare” nelle situazioni
di emergenza. E di fornire allo stesso autotrasporto informazioni
certificate ed in tempo reale sullo stato di funzionamento dei
singoli impianti portuali.
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- Su tale prospettiva si innesta la necessità di utilizzare
tali informazioni per favorire una più generale integrazione
con le altre Amministrazioni ed Organismi competenti in materia di
governo delle infrastrutture di mobilità esterne alle aree
portuali. I profili che a riguardo si rilevano come prioritari
paiono potersi riferire a:
-
- integrare le informazioni provenienti dal porto con gli altri
strumenti di infomobilità disponibili con particolare
riguardo all'esigenza di definire (nel contesto del sistema
delineato dal recente Piano Regionale di Infomobilità)
specifici protocolli con Società Autostrade finalizzati a
regolamentare i flussi di informazione, le interazioni di ordine
tecnologico e le connesse procedure;
- identificazione, con il concorso delle diverse Amministrazioni
interessate, di aree di sosta “lontane” da Genova e
definizione degli strumenti per assicurarne un utilizzo appropriato.
Il pur necessario compiuto approntamento di aree interne al
perimetro portuale e destinate al ricovero dei mezzi pesanti non può
infatti consentire una organica risposta ad un tema che
necessariamente chiama in causa una organizzazione funzionale,
infrastrutturale ed informativa di più ampia scala. Da questo
punto di vista le aree retroportuali di Rivalta Scrivia
rappresentano una risorsa immediatamente disponibile su cui
innestare quegli interventi di “sistema” cui si è
appena fatto cenno.
- In tema di organizzazione dei varchi. Esigenze di
razionalizzazione dei servizi offerti dal porto di Genova e di
migliori “relazioni” con il tessuto urbano circostante
hanno, come noto, richiesto una estensione dell'orario di apertura
dei varchi di entrata e di uscita dai recinti portuali soprattutto
per riallineare i tempi di lavoro nel bacino di Sampierdarena
rispetto a quelli di Voltri. In prima analisi, si è operato
uno specifico intervento di riordino dei tempi di lavoro e
dell'assetto organizzativo del varco internazionale di S. Benigno
(tuttora in corso di completamento per i connessi aspetti
infrastrutturali). Va peraltro anticipato che le misure introdotte
dovranno essere necessariamente completate da un generale
allineamento dei tempi di funzionamento dell'intero bacino di
Sampierdarena non solo in riferimento all'omogeneizzazione degli
orari di funzionamento dei diversi impianti portuali ma anche
rispetto ad una revisione dei normali orari di funzionamento dei
servizi tecnico-nautici, da rendere più coerenti con il
modello organizzativo perseguito.
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- Va peraltro evidenziato che i concreti meccanismi di
funzionamento dei varchi, tuttora connessi ad un impianto normativo
abbondantemente datato, rispondono a logiche più legate
all'espletamento della singola operazione doganale che alle esigenze
di una equilibrata distribuzione temporale dei flussi di traffico
indotti dal sistema produttivo portuale. Proprio in occasione delle
situazioni di crisi operativa (laddove è più evidente
la necessità di utilizzare strumenti snelli e flessibili per
esigenze di carattere generale), il sistema evidenzia le sue più
anacronistiche criticità. Nel contesto delle relazioni
operative da sviluppare con l'Amministrazione Doganale di cui si
dirà più avanti, particolare attenzione andrà
quindi posta nella ricerca di soluzioni meglio rispondenti, anche in
tema di organizzazione di varco, alle esigenze di una moderna
organizzazione delle attività portuali.
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- A fronte degli sforzi in atto per garantire un estensione dei
tempi di funzionamento del porto, va comunque rimarcato che un
grosso lavoro è ancora da svolgere per conseguire una più
omogenea distribuzione dei flussi di traffico rispetto alle “nuove”
fasce di transito disponibili. Tenuto anche conto dei nuovi elementi
organizzati e strumentali introdotti ed in corso di realizzazione, è
quindi intendimento di Autorità Portuale valutare, con il
concorso dell'utenza ed in particolare con le Associazioni
rappresentative dell'Autotrasporto, ogni ulteriore intervento idoneo
ad assicurare un ottimale utilizzo degli orari di funzionamento
delle infrastrutture portuali.
-
- Sempre con riguardo ai temi da sviluppare per assicurare
risposte organiche alle situazioni di emergenza, l'esperienza ha
mostrato il significativo impatto negativo che si viene a
determinare in caso di scadenza della documentazione commerciale e
doganale durante le situazioni di fermo operativo. L'argomento,
nonostante il contributo sino ad oggi offerto dalle Associazioni di
Categoria attraverso il loro puntuale intervento per rimuovere le
situazioni di sofferenza registrate, necessita di un organico
intervento attraverso il quale Autorità Portuale disciplini
in modo compiuto e con i necessari automatismi la materia. In questo
quadro, è ancora da osservare che nel bacino di Sampierdarena
è già in funzione (su impulso delle Associazioni
Spedizionieri ed Agenti Marittimi) un sistema per la gestione
automatizzata delle rimesse in termini dei buoni di consegna che
opera in coordinamento con le più generali procedure di
prenotazione telematica del ritiro dei contenitori introdotte di
recente da Autorità Portuale.
-
- L'estensione del sistema anche sul bacino di Voltri, nel
contesto del completamento delle infrastrutture telematiche cui in
precedenza si è fatto cenno, rappresenta un elemento quanto
mai importante non solo in termini di ulteriore velocizzazione del
ciclo di import ma anche quale specifico contributo nella gestione
delle emergenze.
-
- Sotto un diverso profilo, la stessa grave crisi operativa
registrata recentemente a VTE ha dimostrato l'attenzione da dedicare
ad alcuni parametri di riferimento della produttività
portuale, avendo con ciò sempre a riferimento l'esigenza di
assicurare un appropriato utilizzo delle risorse territoriali
disponibili. Di conseguenza si ritiene che un'ulteriore linea di
intervento possa caratterizzare il lavoro di Autorità
Portuale sul piano dell'organizzazione generale del porto con
particolare riferimento a:
-
- un rinnovato impegno a definire una politica di riduzione dei
tempi di giacenza dei contenitori negli spazi portuali non solo
attraverso il consolidamento dei progetti di terminalizzazione
retroportuale e di efficientamento del trasporto ferroviario delle
merci, ma anche individuando, d'intesa con l'Amministrazione
Doganale, specifici strumenti da destinare al monitoraggio dello
“stato” dei contenitori giacenti nelle aree portuali per
assicurare l'immediata mobilizzazione di quelli provvisti di
clearance doganale;
- individuazione di specifici indirizzi per la gestione dei
contenitori vuoti all'interno delle aree operative;
- identificazione di requisiti generali riguardanti le operazioni
di interscambio nave-porto, sia in termini di tempi di resa delle
lavorazioni di sbarco imbarco contenitori, sia con riguardo ai tempi
di posizionamento dei contenitori da destinare a verifiche (che sarà
affrontato più avanti)
- E' appena il caso di sottolineare che le determinazioni alle
quali in materia si potrà arrivare devono poi trovare una
equilibrata traduzione negli accordi contrattuali posti in essere
dagli operatori nelle loro relazioni commerciali; ciò a
garanzia del rispetto di alcuni principi generali di funzionamento
del porto.
-
- Il tema del coordinamento delle Pubbliche Amministrazioni
presenti in porto rileva ovviamente anche sotto il punto di vista
dei temi precedentemente accennati. A riguardo, l'esperienza
maturata dimostra in maniera inequivocabile che la collaborazione
tra le Amministrazioni amplia le capacità di intervento
dell'Autorità Portuale sull'intero processo operativo e ne
accelera le ulteriori fasi di sviluppo. Da questo punto di vista,
l'obiettivo è quello di collocare il lavoro che Autorità
Portuale sta sviluppando sul piano della organizzazione portuale,
all'interno dei programmi di intervento che, a livello nazionale,
Autorità Marittima ed Agenzia delle Dogane stanno sviluppando
cogliendone, sulla base delle esigenze rappresentate dalla nostra
comunità portuale, gli elementi di più evidente
modernizzazione del ciclo produttivo portuale.
-
- Sul piano delle relazioni con l'Autorità Marittimi, si
evidenzia un ottimale livello di collaborazione già
ampiamente definito anche dal punto di vista delle linee di
indirizzo da seguire. A tal riguardo, va in particolare rilevato
che:
-
- la collaborazione instaurata sul progetto per la messa in
sicurezza delle aree portuali è stata colta come un
importante riferimento per assicurare un reciproco allineamento ed
integrazione rispetto ai diversi altri interventi che le due
Amministrazioni stanno sviluppando sul piano tecnologico
organizzativo;
- la linea di indirizzo perseguita va nella direzione di
un'organizzazione di sicurezza all'interno del porto pienamente
coerente con le sue esigenze di sviluppo produttivo, avuto con ciò
particolare riguardo ai modelli di riferimento da assicurare nella
organizzazione e gestione dei varchi portuali e delle stesse
infrastrutture comuni del porto;
- In questo senso, le intese già intervenute per la
integrazione con le diverse componenti del VTS, già attive ed
in fase di progettazione nel Porto di Genova, sono anche
finalizzate, in termini di organica gestione delle informazioni
“lato mare”, ad assicurare una sistematica apertura
rispetto alle specifiche esigenze operative della comunità
portuale e di conseguenza a tutte le informazioni rilevanti per un
ottimale integrazione con il ciclo documentale “lato terra”.
- ciò che è ancora più rilevante, vi è
piena condivisione tra Autorità Portuale e Marittima circa la
necessità di sviluppare un modello di sicurezza portuale
pienamente integrato all'interno delle più generali politiche
di messa in sicurezza del territorio urbano e regionale assumendo a
riferimento, anche da questo punto di vista, la centralità
che assume il tema della sostenibilità complessiva del
processo produttivo portuale.
- In sintesi, è opinione condivisa da parte di Autorità
Portuale e Capitaneria di Porto che la compiuta realizzazione delle
iniziative in corso (che pongono il nostro scalo in una posizione di
oggettivo rilievo nell'intera portualità nazionale) possano
tradursi non solo in una organica risposta al tema della sicurezza
delle infrastrutture portuali, ma soprattutto in una profondo
innalzamento della qualità dei servizi offerti all'interno
del porto. In questo senso, già con la redazione del Piano di
Sicurezza del Porto da implementare ai sensi del recente Decreto
Legislativo 203/07 potrà essere definito un quadro di
riferimento organico rispetto a tutti i punti cui prima si è
fatto cenno.
-
- Dal punto di vista dell'Amministrazione Doganale, è del
tutto evidente che si ponga innanzitutto l'esigenza di
riallineamento tra la consistenza della struttura organizzativa
dell'Ufficio dell'Agenzia di Genova, dimensioni e caratteristiche
dei traffici che riguardano il nostro scalo e le sue stesse
prospettive di sviluppo. Il tema non è certamente nuovo ma va
assumendo connotati di vero e proprio vincolo alle nostre
potenzialità di crescita. Tra l'altro, proprio nel momento in
cui la comunità portuale genovese sta consolidando
infrastrutture e procedure in grado di supportare ed indirizzare gli
operatori che intervengono nel complessivo ciclo documentale
portuale in maniera continuativo, affidabile e sicuro risulta
indifferibile la definizione di strumenti e protocolli operativi che
assicurino altrettanta continuità ed affidabilità nel
funzionamento del nodo telematico doganale. Nostro impegno è
rendere l'Amministrazione Doganale sempre più consapevole che
ogni disfunzione, oltreché rilevante sul piano della qualità
delle prestazioni operative che Autorità Portuale richiede ai
diversi operatori, si riflette in maniera diretta ed immediata sul
più generale livello di sostenibilità dell'attività
portuale.
-
- Ferme restando le specifiche competenze e responsabilità,
il contributo che l'Autorità Portuale intende fornire per una
equilibrata soluzione del problema è essenzialmente
finalizzato a:
-
- offrire uno specifico contributo affinché le evoluzioni
del ciclo doganale (con ciò che questo comporta non solo in
termini di velocizzazione e semplificazione delle procedure ma anche
in termini di miglior utilizzo delle risorse dell'Agenzia) possa
trovare nel porto di Genova, proprio per la sua dimensione ed
articolazione, un terreno privilegiato di sperimentazione. A
dimostrazione di ciò, il lavoro svolto ed in corso di
ultimazione per velocizzare ed anticipare le diverse fasi del ciclo
di esportazione (formazione dell'ordinativo telematico con modalità
elettroniche omogenee per l'intero porto, semplificazione delle
procedure di riscossione dei diritti marittimi per le merci
destinate all'imbarco, messa a disposizione degli operatori degli
elementi utili alla compilazione anticipata del Manifesto Merci in
Partenza), ben si colloca all'interno del quadro di riferimento
delineato.
- In materia di programmazione ed esecuzione delle verifiche
fisiche della merce, Autorità Portuale è fortemente
impegnata ad assicurare il pieno rispetto dei procedurali definiti
dagli uffici dell'Agenzia con i diversi terminalisti per la messa a
disposizione dei contenitori da assoggettare a verifica. Ciò
anche individuando tali disciplinari quale requisito prestazionale
integrante il corretto utilizzo dei beni in concessione.
- E' chiaro comunque che un elemento decisivo di sviluppo potrà
essere rappresentato (secondo lo schema tecnico operativo ampiamente
condiviso dall'Ufficio delle Dogane di Genova) dalla presentazione
da parte degli operatori della documentazione rilevante dal punto di
vista doganale in anticipo rispetto all'arrivo della nave in porto.
Ciò garantirebbe una velocizzazione delle attività
spedizionieristiche e, soprattutto, una migliore programmazione da
parte del terminalista delle operazioni di movimentazione dei
contenitori da assoggettare a verifica.
-
- Su tutti i terni accennati, pare in effetti potersi da ultimo
registrare una rinnovata attenzione dell'Amministrazione Doganale,
sia a livello centrale che locale, sui temi di collaborazione che il
porto di Genova ha indicato. E' peraltro evidente che tale impegno
andrà in tempi brevi tradotto in appropriati strumenti di
lavoro idonei ad evidenziare tempi e modalità degli obiettivi
da perseguire.
-
- Sempre in argomento, Autorità Portuale (pur pronta a
recepire tutte le indicazioni che a livello centrale potranno
intervenire in materia di “sportello unico”) intende
porre grande attenzione al lavoro, avviato d'intesa con lo stesso
Ufficio della Dogana e con l'utenza, per assicurare, anche
attraverso la messa a disposizione di strumenti informativi cui
prima si è fatto cenno, l'integrazione ed il miglior
coordinamento delle diverse Amministrazioni presenti in porto
(Sanità Marittima, Fitopatologo, Veterinario, Chimico del
Porto, ICE) competenti a diverso titolo in materia di controlli
sulla merce in transito. In argomento, in oggi si sconta, con ovvie
negative ripercussioni sull'operatività portuale, un modello
organizzativo scarsamente integrato e la cui revisione è
urgente anche al fine di definire appropriati requisiti temporali
per l'espletamento delle operazioni di verifica.
-
- La maggior parte dei terni affrontati (ed in particolare la
“questione doganale”) si arricchisce poi di ulteriori
spunti di riflessione nel momento in cui l'avvio della realizzazione
del “sistema portuale genovese” nell'accezione
perseguita attraverso questo Piano Operativo, induce la necessità
di ripensare completamente la struttura di alcuni fondamentali
Servizi attualmente confinati all'interno dello stretto ambito
portuale ma viceversa destinati ad una profonda riconfigurazione
sulla base di un assetto funzionale ed una dimensione territoriale
portuale diversamente concepiti e pianificati. In questo senso,
verrà posta grande attenzione affinché le esigenze
operative, informative e strumentali poste a base degli interventi
oggetto della presente azione abbiamo a realizzarsi con riguardo
alla complessiva identificazione del sistema portuale che si intende
perseguire.
-
- In conclusione, per quanto attiene i contenuti della presente
Azione, gli interventi da realizzare si riconducono a:
-
- definizione delle regole operative e dei requisiti prestazionali
da assicurare nel complessivo ciclo documentale riguardante il
traffico in transito nel porto di Genova anche con riguardo
all'organizzazione dei varchi portuali;
- definizione dei protocolli operativi da seguire nelle situazioni
di emergenza operativa riguardanti aree ed impianti portuali;
- definizione di protocolli operativi atti ad assicurare la
miglior distribuzione dei flussi di traffico rispetto agli orari di
funzionamento delle infrastrutture portuali;
- definizione di alcuni fondamentali indirizzi operativi e
procedurali atti a limitare la permanenza nelle aree portuali dei
contenitori in transito;
- definizione, partendo dai temi di lavoro più sopra
menzionati, di un protocollo di collaborazione con la
Amministrazione Doganale nel quale siano individuate le tematiche di
interesse comune, gli obiettivi da perseguire e la strumentazione da
mettere a disposizione per il loro perseguimento.
- E' connaturale allo sviluppo degli interventi individuati e
corrispondente al metodo di lavoro sino ad oggi seguito, l'impegno
di Autorità Portuale a procedere attraverso specifici tavoli
di lavoro che si avvarranno del contributo tecnico delle
Associazioni rappresentative dell'utenza portuale.
PIANO OPERATIVO TRIENNALE 2008 - 2010
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