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RESPINTA UNA RICHIESTA CONTRO LA REALIZZAZIONE DEL CONTAINER TERMINAL DELLA COSCO NEL PORTO DI LONG BEACH
Una corte federale ha sentenziato che la demolizione dell'ex base navale USA, per far posto al terminal, non è spreco di denaro pubblico
27 settembre 1997
Vita difficile per il progettato container terminal della China Ocean Shipping Company (COSCO) nel porto di Long Beach. Una corte federale ha respinto una richiesta contro la realizzazione del terminal su un'area di 17.000 metri quadrati, in quello che dovrebbe diventare il porto base della compagnia cinese sulla costa occidentale degli Stati Uniti. Un giornalista della locale stazione televisiva aveva protestato perché la demolizione degli edifici situati nell'ex base della Marina USA per far posto al container terminal da 200 milioni di dollari della compagnia cinese costituirebbe spreco di denaro pubblico. Il giudice Andrew Hack ha sentenziato tuttavia che il giornalista non ha alcun interesse personale nella questione.
Nei mesi scorsi era divampata negli ambienti politici californiani una violenta polemica contro la richiesta della COSCO, con richieste di sospensione delle trattative alla Federal Maritime Commission e al segretario dei Trasporti, affinché l'ex base navale "non venga concessa ad una compagnia straniera", accampando ragioni che si basano su criteri d'impatto ambientale e di opportunità storica.
Intanto, con un traffico container di 309.627 teu movimentati nello scorso giugno, quello di Long Beach è diventato il primo porto statunitense che ha registrato un traffico superiore ai 300.000 teu in un mese. 165.763 erano container con merce sbarcati e 100.262 imbarcati, oltre a 43.602 vuoti.
Il porto di Long Beach ha quattro container terminal (Maersk, ITS, PCT, LBCT) che hanno binari sulle banchine. In futuro anche il terminal Hanjin sarà collegato direttamente con la rete ferroviaria nazionale, così come il terminal COSCO ora ubicato nell'ex stazione marittima del porto.
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