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INCONTRO OGGI A GENOVA TRA ROMANO PRODI E IL MONDO ECONOMICO E PORTUALE
Tra i problemi da risolvere per un rilancio stabile dell'economia cittadina, in primo piano quello della riconversione industriale
11 novembre 1997
Porto, industria e turismo sono le tre realtà economiche su cui Genova deve far leva per passare definitivamente da un lungo periodo di crisi ad una fase di sviluppo stabile.
Questa asserzione ha accomunato tutti i relatori intervenuti all'incontro odierno, tenutosi nella sede dell'Autorità Portuale di Palazzo San Giorgio, tra il presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi e i rappresentanti del mondo economico e portuale genovese.
Gli imprenditori e i rappresentanti delle istituzioni locali hanno concordato sull'urgenza con cui devono essere affrontati i problemi che gravano su questi tre comparti economici, soprattutto per affrontare concretamente la crisi occupazionale in cui versa la città.
Il porto, cresciuto negli ultimi anni in traffici e competitività, è il primo settore in cui sono stati ottenuti risultati che indicano una concreta ripresa.
Sia il ministro dei Trasporti e della Navigazione, Claudio Burlando, che il presidente dell'Autorità Portuale, Giuliano Gallanti, hanno elencato alcune cifre e dati statistici. Come la crescita del 300 per cento del traffico container negli ultimi cinque anni o il raggiungimento del milione di teu movimentati nell'anno, obiettivo che sarà festeggiato venerdì prossimo.
Gli stessi relatori hanno però ricordato come sia cambiato negli ultimi anni lo scenario del lavoro marittimo e portuale. La crescita dei traffici non è più accompagnata, come un tempo, da un aumento proporzionale dell'occupazione. Nuove modalità di trasporto, come il container, e diversi metodi di organizzazione del lavoro necessitano di un numero di addetti inferiore al passato.
Oggi è necessario creare posti di lavoro in attività legate alla gestione della merce scaricata in porto.
Burlando e Gallanti hanno infatti sottolineato come sia importante, soprattutto per uno scalo che come Genova non effettua transhipment, far sì che la merce si fermi in città per essere 'manipolata' e trasformata prima di essere portata a destinazione finale. Operazioni per le quali, a Genova, è difficile trovare spazi. Tanto che ormai l'unica area che può garantire nuove superfici per queste attività è quella delle lavorazioni a caldo delle acciaierie di Cornigliano.
Oltre che sulle aree retroportuali è necessario però intervenire anche sulle infrastrutture e sui collegamenti con i mercati dell'interno. Burlando ha indicato nella realizzazione del terzo valico verso il Piemonte, negli interventi di potenziamento delle linee ferroviarie (come il raddoppio della Genova - Ventimiglia), gli impegni più urgenti da affrontare per governo e enti locali. Mentre Gallanti ha ricordato che, portata ormai a termine la privatizzazione delle operazioni portuali, è indispensabile dare alle autorità portuali maggiore autonomia decisionale e operativa, a cominciare "dalla possibilità di avvalersi - come succede in altri grandi porti - di fonti di finanziamento dirette".
Validi segnali di ripresa giungono anche dal settore turistico e in particolare dal rivitalizzato comparto nautico, che ha per vetrina il Salone Internazionale.
Ma il porto, a detta di tutti, non ha più la capacità di risollevare da solo le sorti della città. E il turismo non potrà essere un volano sufficiente per un deciso sviluppo economico.
Un coro unanime, a cui hanno prestato voce il presidente della Regione Liguria Giancarlo Mori e il presidente dell'associazione industriali della provincia di Genova Luigi Attanasio, ha chiesto che venga quindi mantenuta la vocazione industriale di Genova.
Gianni Scerni, presidente della locale Camera di Commercio, si è inoltre espresso a favore di un'integrazione più organica tra porto e sistema logistico e ha presentato a Prodi la candidatura della città come sede dell'authority sui trasporti. Sia Scerni che Paolo Clerici, presidente della Confitarma, hanno chiesto al governo di accelerare i tempi di approvazione della legge che consente l'istituzione del doppio registro marittimo. Unico provvedimento, ha detto Clerici, che potrà contrastare un esodo della flotta italiana verso altre bandiere.
L'attenzione del governo su questi provvedimenti è stata assicurata, nell'intervento che ha concluso la riunione, da Romano Prodi. Il presidente del Consiglio ha affermato la grande importanza che Genova ha per il sistema economico nazionale, ruolo accresciuto dal recente sviluppo dei mercati dell'Estremo Oriente. "Il Mediterraneo sta acquisendo sempre crescente importanza nei traffici mondiali proprio grazie alla rapida ascesa dell'economia asiatica. In quest'ambito Genova ha evidentemente un ruolo privilegiato".
Il governo - ha proseguito - attendeva una ripresa dei traffici del porto, senza la quale sarebbe stato difficile lavorare per collegare Genova ai mercati europei. Questo sviluppo consente ora di intervenire sulle infrastrutture che connettono il porto con l'entroterra. Opere che sono giustificate dalle precise richieste che giungono dal mondo economico. E' il mercato infatti, ha concluso Prodi, che crea le infrastrutture secondo le proprie esigenze.
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