L'International Oil Pollution Compensation Fund pagherà 17 miliardi di yen (circa 230 miliardi di lire italiane) per riparare ai danni causati alle industrie della pesca e del turismo dall'affondamento della petroliera "Nakhodka".
La nave si spezzò in due tronconi il 2 gennaio scorso, a circa 130 chilometri a nord est di Oki Islands, in Giappone. La parte poppiera colò a picco, mentre quella prodiera si arenò. Trentuno dei trentadue membri dell'equipaggio furono tratti in salvo; morì il comandante.
La nave trasportava 19.000 tonnellate di fueloil grado C (19 milioni di litri). Oltre 5 milioni di litri inquinarono le coste giapponesi delle prefetture di Fukui, Hyogo, Ishikawa, Kyoto, Niigata, Shimane, Tottori e Toyama.
La "Nakhodka", nave della Prisco Traffic Ltd. di 20.471 tonnellate di portata lorda costruita nel 1970 e di bandiera russa, è gestita dalla Primorsk Shipping Corporation.
Il limite massimo di indennizzo, previsto dall'International Oil Pollution Compensation Fund, è di 23,3 miliardi di yen (circa 315 miliardi di lire). |
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