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SCIOPERO DI 24 ORE DOMANI DEI LAVORATORI DELLE AUTORITA' PORTUALI DI GENOVA, NAPOLI, VENEZIA E TRIESTE
Una delegazione sindacale incontrerà a Roma i rappresentanti del governo
2 dicembre 1997
Il documento che i lavoratori dell'Autorità Portuale di Genova consegneranno domani a Roma a Romano Prodi, ai ministri dei Trasporti e del Lavoro e ai presidenti delle relative commissioni di Camera e Senato racchiude in tre date la loro preoccupazione, che è anche quella dei colleghi di Napoli, Venezia e Trieste:
legge 12.02.1903 n. 50: nasce il Consorzio Autonomo del Porto di Genova
legge 28.01.1994 n. 84: dal 1° gennaio 1995 nasce l'Autorità Portuale di Genova
: Palazzo San Giorgio chiuso
Le organizzazioni sindacali aggiungono una frase di commento sarcastica e amara: "Trattasi di prove tecniche di chiusura della Autorità Portuale di Genova decisa per legge e prevista per il 31 dicembre 1997".
"Decisa per legge" perché - affermano i dipendenti che occupano oggi simbolicamente la sede dell'AP di palazzo San Giorgio - erano stati presi precisi accordi con il governo Dini per agevolare e consentire, con una serie di prepensionamenti, il cambiamento di ruolo a cui le autorità portuali sono state chiamate proprio "per legge", decretandone la trasformazione da enti di gestione a enti di controllo delle attività portuali.
Provvedimenti che sono stati applicati negli altri porti, ma non ancora a Genova, Napoli, Venezia e Trieste.
Ora, sottolineano, "non è ammissibile che un governo non rispetti gli impegni assunti dai governi precedenti, tanto più che esiste la copertura finanziaria per questa operazione e che tutti, istituzioni e categorie interessate, si sono detti concordi nel ritenerlo un atto dovuto".
L'attesa è quindi per la completa attuazione della legge 84/94 di riforma portuale e per l'approvazione del decreto legge n. 3667, arenato alla Camera dei deputati dallo scorso maggio, che permetterebbe l'esodo di 166 dipendenti dell'Autorità Portuale genovese. Situazione su cui l'ente portuale faceva conto per ridurre le spese per il personale e per concludere il proprio processo di adeguamento al nuovo compito affidatole.
Domani, in concomitanza con la missione romana, saranno effettuare 24 ore di sciopero. Se prima era solo un timore ora è certezza: "la pace sociale nei porti - affermano i lavoratori - è finita".
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