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APPROVATO IL DECRETO LEGGE PER IL SETTORE ARMATORIALE E PORTUALE ITALIANO
La normativa approvata oggi istituisce il registro internazionale di navigazione e consente il prepensionamento di circa 500 dipendenti delle autorità portuali di Genova, Napoli, Venezia e Trieste
23 dicembre 1997
Il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato oggi, su proposta del ministro dei Trasporti e della Navigazione Claudio Burlando, il decreto legge contenente provvedimenti in campo marittimo e portuale già presenti nel disegno di legge 3667 all'esame del Parlamento e attesi da tempo dagli operatori del settore. La normativa permette infatti l'istituzione del registro internazionale di navigazione e il prepensionamento di circa 500 dipendenti delle autorità portuali di Genova, Napoli, Venezia e Trieste.
La decisione odierna soddisfa quindi le richieste dell'armamento italiano, che chiedeva la costituzione del registro-bis per sostenere la concorrenza internazionale.
Paolo Clerici, presidente della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), ha dichiarato che il provvedimento "permette di guardare al nuovo anno con maggiore serenità. Con l'attuale quadro normativo in Italia era ormai impossibile fare impresa armatoriale, come ebbe a riconoscere lo stesso presidente Prodi in maggio, intervenendo alla nostra assemblea assieme al ministro Burlando. Spetta ora al Parlamento di rendere certo il quadro di riferimento legislativo e di introdurre i correttivi necessari per consentire alla flotta di essere effettivamente competitiva con la concorrenza europea ed internazionale".
Il decreto, che consente l'iscrizione al registro-bis delle navi di proprietà italiana o estera impegnate nei traffici internazionali, dovrebbe infatti porre freno all'esodo delle navi italiane dal registro nazionale: ne sono convinti sia la Confitarma, sia la Fedarlinea, in rappresentanza della flotta pubblica, che le organizzazioni sindacali confederali dei trasporti. Il nuovo registro permetterà infatti agli armatori di ridurre i costi di gestione delle navi grazie a un particolare regime fiscale e a sgravi contributivi, con una positiva ripercussione sul grado di competitività della flotta italiana.
Con il decreto varato oggi dovrebbe inoltre rientrare la protesta dei dipendenti delle autorità portuali di Genova, Napoli, Venezia e Trieste. I quattro porti erano infatti ancora in attesa di trovare una collocazione a circa 500 dipendenti. Senza il decreto non era infatti possibile avviare il loro prepensionamento, mentre gli altri enti italiani avevano potuto beneficiare di questa possibilità tra il 1995 e il 1996. Una situazione che gravava soprattutto su Genova, porto nel quale in processo di privatizzazione delle banchine era giunto a completamento. Alla fine di quest'anno scadrà infatti la possibilità di distaccare i lavoratori dell'ente portuale alle dipendenze dei terminalisti, e l'Autorità Portuale genovese avrebbe avuto, più degli altri tre porti, il problema di ricollocare questi lavoratori.
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