Memoria del passato ma anche preparazione del futuro: così potrebbe essere definito il significato del libro "Il porto visto dai fotografi: 1969-1995", terzo volume della seconda parte della serie Archivio storico dell'Autorità Portuale di Genova., presentato ieri sera nella Sala del Capitano di Palazzo San Giorgio, a Genova.. "Non spingerà lo sguardo della mente in nessun futuro chi non ricerchi e coltivi con amore la visione e la memoria del passato" scrive Giuseppe Dagnino nelle prime pagine del volume..
La memoria del passato è viva nelle 535 testimonianze fotografiche che Danilo Cabona e Maria Grazia Gallino hanno selezionato, ordinato e commentato. Il periodo di un quarto di secolo di cui il libro è testimonianza è quello in cui il porto cambia pelle e sostanza: sparisce il porto tradizionale e nasce quello tecnologico, muore il porto emporio e si forma la base logistica integrata.
La scelta delle fotografie è stata funzionale alla testimonianza visiva di un quarto di secolo del porto, ma è anche inevitabilmente illustrazione dei panorami, dei luoghi, dei dettagli del porto e dei personaggi che lo hanno guidato nei tempi buoni e in quelli di crisi.
Il libro è anche un mezzo per far conoscere il porto ai genovesi. A quelli - la maggior parte - che il porto hanno sempre visto solo dalle strade di confine o dalle alture della città. E' un modo per portarli in visita alle strade interne del Deposito Franco, alle chiatte in "andania" e alle "gaiasse" del porto vecchio, all'armonioso disordine di Ponte Embriaco, alle navi sotto sbarco al vecchio silo, alle moderne gru a ponte in azione, al frusciante volo di colombi a Ponte Parodi dopo la partenza di una nave granaria. Memoria del passato, struggenti ricordi per alcuni, un modo per dare vita e vigore a un vecchio archivio. "Ci aiuta a rinsaldare i legami fra città e porto come luogo di lavoro e di altissima professionalità" commenta, nel corso della presentazione del volume, il presidente Giuliano Gallanti. Una raccolta di illustrazioni che "sono riuscite ad armonizzare una serie di eventi che hanno significato politico diverso", aggiunge, molto pragmaticamente, Rinaldo Magnani. "La memoria inventa il futuro con la grammatica del presente", conclude degnamente Giuseppe Dagnino. |
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