L'US Navy sta potenziando la sua flotta destinata al trasporto di materiale e approvvigionamenti militari ed ha ordinato ai cantieri navali Avondale di New Orleans la costruzione di una quinta nave della serie T-AKR, che le verrà consegnata nel 2000. E' la quinta di una serie di undici unità della stessa serie: cinque ordinate al cantiere Avondale e sei ai cantieri Nassco di Newportnews e di San Diego. Si tratta di unità lunghe 290 metri destinate al trasporto di carichi di qualsiasi dimensione e peso e di rifornimenti. Il prezzo delle prime è di 265 milioni di dollari, quello delle seguenti, risentendo favorevolmente dell'effetto di serie, di 211 milioni di dollari.
Ma oltre alle ordinazioni ai cantieri la marina militare Usa "pesca" abbondantemente da una quindicina d'anni sul mercato dell'usato ed ha realizzato una flotta la cui capacità di trasporto di containers la piazza al settimo posto nella graduatoria mondiale delle flotte di portacontainers (all'ottavo se si considera già consolidata l'unione della P&O Containers con la Nedlloyd). Molte delle unità dell'US Navy erano navi di bandiera danese, come la "Selandia" e la "Jutlandia" di 2774 teu, ribattezzate "Gordon" (T-AKR 296) e "Gillian" (T-AKR 298), acquistate dall'East Asiatic Company (EAC) che stava per essere acquistata dalla Maersk, o più recentemente le altre tre portacontainers da 3466 teu della Maersk della serie "L", la "Laura Maersk", la "Leise Maersk" e la "Lica Maersk". Queste tre unità sono state interamente ristrutturate con l'aggiunta di un ponte garage e dei portelloni laterali; sono state poi rispettivamente ribattezzate "Shughart", "Yano" e "Soderman" con le sigle T-AKR 295, T-AKR 297 e T-AKR 299.
Queste navi sono state impiegate nel corso della guerra del Golfo Arabo, a fianco di altre numerose unità che l'US Navy ha noleggiato per trasportare truppe ed equipaggiamenti sia durante la preparazione delle ostilità, durante la guerra e nel periodo successivo, quando l'esercito Usa ha smobilitato e la maggior parte degli equipaggiamenti ha fatto ritorno negli Stati Uniti.
STEFANO BELLIO |
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