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APPELLO DELLA EXXON AD UN TRIBUNALE DELL'ALASKA PER UNA RIDUZIONE DELL'AMMENDA DI 5,1 MILIARDI DI DOLLARI
Le è stata comminata per l'inquinamento causato nel 1989 dalla "Exxon Valdez"
25 febbraio 1997
La Exxon Corporation ha presentato appello alla Corte Distrettuale di Anchorage cercando di giungere ad una riduzione dell'ammenda di 5,1 miliardi di dollari (circa 8500 miliardi di lire) che le è stata comminata per il gigantesco inquinamento del mare e delle coste dell'Alaska causato dall'incidente alla "Exxon V.aldez". La nave, come si ricorderà, s'incaglio il 24 marzo 1989 sul Bligh Reef del Prince William Sound sùbito dopo partenza da Valdez; con versamento in mare di 11 milioni di galloni di petrolio (42 milioni di litri). Nel settembre 1994 un tribunale di Anchorage emise la prima sentenza condannando la Exxon a pagare 5 miliardi di dollari di multa e 268,9 milioni di dollari per risarcimenti. Nel marzo dell'anno scorso il procuratore generale per lo Stato dell'Alaska chiese un nuovo processo in appello contro il comandante della nave, Joseph Hazelwood, già condannato al pagamento di 50.000 dollari e alla prestazione di 1000 ore di servizio civile per la pulizia delle spiagge: lo Stato dell'Alaska chiese per il comandante della nave, ubriaco al momento del sinistro, una revisione processuale e una riformulazione delle accuse, da quelle d'infrazione causata da negligenza a quelle di colpa grave per disastro ecologico.
Ora l'appello della Exxon al tribunale di Anchorage.
La petroliera ha cambiato nome e si chiama "S/R Mediterranean". Anche la società armatrice non è più Exxon Shipping Corporation, ma SeaRiver Maritime di Houston. La "S/R Mediterranean" è arrivata nel porto di Genova il 2 settembre dell'anno scorso proveniente da Hound Point, un terminal petrolifero scozzese, con un carico di 137.000 tonnellate di crudoil sbarcato nel terminal di Multedo.
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Gli incidenti più clamorosi avvenuti nei decenni scorsi a navi cisterna con versamenti in mare di grandi quantità di greggio, oltre quello più conosciuto della "Exxon Valdez" per il grande clamore che se ne fece negli Stati Uniti (l'Oil Pollution Act del 1990 venne proprio sull'onda della mobilitazione della pubblica opinione nei riguardi del trasporto marittimo di petrolio) sono stati quelli che si riferiscono alla "Torrey Canyon", all'"Amoco Cadiz", alla "Braer" e, più recentemente, alla "Sea Empress".
Torrey Canyon - (118.285 tdw della Barracuda Tanker Corporation in noleggio alla Union Oil Company of California e registrata in Liberia. Era noleggiata per un solo viaggio per la British Petroleum Company Limited, 36 uomini d'equipaggio). Incagliata alle 09:11 del 18 marzo 1967 a Seven Stones reef tra le isole Scilly e Lands End. Trasportava 117.000 tonn di crudoil da Kuwait a Milford Haven. 30.000 tonn di petrolio in mare.
Amoco Cadiz - Incagliata a quattro miglia da Portsale (coste francesi) il 16.03.78 Sversamento di 223.000 tonnellate di greggio. Tutta la costa presso Finisterre inquinata.
Braer - Naufragio sugli scogli di una delle isole Shetland (Horse Island) il 4 gennaio 1993; la petroliera diretta a Mongstad era carica di 84.700 tonnellate di greggio leggero norvegese.
Sea Empress - (180.000 tpl, bandiera liberiana, equipaggio russo, appartenente al gruppo cipriota Seatankers di proprietà dell'armatore norvegese John Fredriksen, gestita dalla Acomarit) - 17 febbraio 1996 incagliata nelle Milford Haven mentre si dirigeva al porto gallese di Pembroke (raffinerie di Texaco, Elf e Gulf, 7000 scali annui e 33 milioni di tonnellate di greggio l'anno). Trasportava 145.000 tonnellate di greggio: sversate in mare 72.000. Assistita da 12 rimorchiatori e trainata a Milford Haven.
Molti P&I Club attribuiscono gli incidenti in mare per circa il 65% - 70% ad errore umano (dell'equipaggio, a terra e del pilota). Gli errori sono attribuibili nelle seguenti proporzioni: errore dell'equipaggio 51%, errore da terra 11%, errore del pilota 6%, rottura nella struttura 8%, guasto nell'equipaggiamento 12%, guasto meccanico 4%, altro 8%.
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