La compagnia di navigazione sudcoreana Hanjin, correndo quest'anno il ventesimo anniversario dalla sua fondazione, ha messo a punto e rivelato un suo piano d'espansione delle attività societarie da attuare entro il 2010, che prevede un investimento di 22 trilioni di won. Nel quadro degli investimenti le attività marittime hanno la parte maggiore con 17 trilioni di won, tuttavia il settore del trasporto marittimo containerizzato, pur rimanendo una parte rilevante e importante degli impegni della compagnia, non ne è una parte privilegiata, tanto che il peso di questo settore, che ora è del 73 per cento delle attività totali, verrà gradualmente ridotto al 40 per cento, mentre la distribuzione e tutte le attività non legate al trasporto marittimo di container verranno potenziate fino a raggiungere il 30 per cento del totale.
Attualmente la Hanjin, con un fatturato di 2,5 miliardi di dollari USA (1995) e con una flotta di una quarantina di navi cellulari, è una delle compagnie marittime più impegnate nel settore del trasporto a container. Recentemente ha acquisito il 70 per cento del pacchetto azionario della DSR/Senator tedesca, e i suoi servizi abbracciano l'intero globo. Quelli nel Pacifico, dove sta per immettere cinque portacontainer da 5000 teu, costituiscono l'asse portante della sua attività
Ma il piano di sviluppo dà ora meno enfasi al trasporto marittimo, prevedendo invece un maggiore sviluppo delle attività collaterali. Quelle di terminal, ad esempio. Attualmente Hanjin gestisce otto terminal portuali negli Stati Uniti, in Giappone, nella Corea del Sud e a Taiwan: il piano di sviluppo prevede di acquisire altri 40 terminal e una cinquantina di centri di distribuzione. I principali terminal sorgeranno a Pusan, a Hong Kong, nel sud della Cina e a Rotterdam.
Ma nel piano di sviluppo della compagnia sudcoreana giocano un ruolo considerevole altri comparti diversi del trasporto marittimo, quali quelli di auto nuove, di gpl liquefatto, di prodotti chimici e di altri settori del trasporto cisterniero. Diversificazione dunque, tanto più che nel trasporto containerizzato la concorrenza si sta facendo più aspra e la gestione delle flotte sempre meno remunerativa, se non addirittura in perdita.
CARLO BELLIO |
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