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A GENOVA, PER ORA, NESSUNA AUTORIZZAZIONE ALLE IMPRESE PORTUALI
La Commissione consultiva che doveva decidere in merito si è aggiornata in attesa della risposta del governo italiano all'intimazione dell'UE
23 maggio 1997
Si è riunita questa mattina a Genova, a Palazzo San Giorgio, la Commissione consultiva dell'Autorità portuale. All'ordine del giorno le autorizzazioni alle imprese portuali (adempimenti di cui all'articolo 16 della legge 84 / 94 e di cui all'articolo 68 del codice della navigazione, e adempimenti di cui all'articolo 17, comma 1, lettera a) della legge 84 / 94 come modificata dalla legge 647 / 96. Eventuale costituzione di un consorzio volontario aperto a tutte le imprese di cui agli articoli 16, 18 e 219).
I componenti della Commissione dovevano esaminare con il presidente Giuliano Gallanti numero e tipologia merceologica delle imprese da autorizzare all'esercizio delle operazioni portuali, ma nell'attesa di una decisione governativa sull'articolo 17 della legge, contestato dall'Unione Europea come reintroduttivo del monopolio del lavoro nei porti, non hanno potuto far altro che tracciare una strada da seguire quando la situazione sarà chiarita, dopo il 4 giugno, termine imposto dalla Commissione Europea per far rientrare nella legalità comunitaria il regime di lavoro nei porti.
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La legge n. 647 di conversione del decreto n. 535 (il famoso decreto reiterato ventitrè volte) che riforma le prestazioni del lavoro portuale (G.U. n. 300 del 1996) è stato approvato in extremis, il 21 dicembre, sia dalla Camera che dal Senato. Tuttavia un'ora prima dell'approvazione cinque deputati del Partito della Sinistra, quindi paradossalmente dello stesso partito del ministro dei Trasporti, hanno introdotto nel ddl cinque subemendamenti..
Con le modifiche apportate all'ultim'ora i due istituti progettati dal ministro e dal Comitato dell'Utenza per la sostituzione del monopolio delle Compagnie portuali, secondo l'UE, ne diventano invece strumento di difesa: i consorzi fra imprese, ideati per fornire ai vari soggetti imprenditoriali operanti nei porti il personale necessario per affrontare i picchi di lavoro e di traffico, sono stati trasformati in un istituto di garanzia della priorità delle Compagnie portuali, grazie a una norma che attribuisce una sorta di priorità "alle imprese consorziate dotate di adeguato personale e risorse proprie con specifica caratterizzazione di professionalità nell'esecuzione delle operazioni portuali tenendo conto delle eccedenze risultate dal processo di razionalizzazione e trasformazione produttiva indotte dalla presente legge". (Nota: le parole scritte in corsivo sono state aggiunte dai 5 deputati del PdS)
Inoltre le agenzie di lavoro, proposte come alternative ai consorzi fra imprese, diventano "ostaggio" delle Compagnie portuali. Un subemendamento infatti afferma che "in fase di costituzione e fino a quando esisteranno esuberi, il personale da avviare quotidianamente in regime di temporanea prestazione di manodopera è fornito dalle imprese di cui all'articolo 21 della stessa legge", ovvero solo dalle imprese figlie di Compagnie portuali, per le quali non esiste più il divieto di assunzione di manodopera e quindi in grado di prolungare per sempre l'esubero di personale
I MEMBRI DELLA COMMISSIONE CONSULTIVA DELL'AUTORITA' PORTUALE DI GENOVA
Giuliano Gallanti presidente dell'Autorità Portuale
Luciano Sofio rappresentante degli armatori
Carlo Castelli rappresentante degli industriali
Luigi Negri rappresentante degli imprenditori
Gianni Cuttica rappresentante degli spedizionieri
Bruno Ferrando rappresentante degli agenti raccomandatari marittimi
Antonio Denti rappresentante degli autotrasportatori
Antonio Benvenuti rappresentante dellaFilt-Cgil
Giuliano Cappellieri rappresentante della Filt-Cgil
Piero De Filippi rappresentante della Filt-Cgil
Pasquale Cuccurullo rappresentante della Fit-Cisl
Sergio Poggi rappresentante della Uiltrasporti
Giorgio Vucas rappresentante della Uiltrasporti
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