"Caricate sulle navi che volete, ma che siano europee": è l'esortazione ai caricatori europei di Pasquale Formisano, numero due della Mediterranean Shipping Company, intervenuto ad una riunione della MSC France a Parigi. Formisano ha chiesto agli armatori e ai caricatori di mobilitarsi per salvare uno shipping europeo gravemente minacciato dalle compagnie di navigazione asiatiche sovvenzionate. In un futuro a medio termine, ha detto Formisano, gli scambi marittimi tra Europa ed Asia saranno in gran parte controllati da armatori asiatici che hanno legami più o meno stretti con i loro governi.
L'avvertimento di Formisano si basa su dati di fatto incontrovertibili. Gli esperti riuniti al sesto Forum degli armatori asiatici che si è svolto a Singapore hanno sottolineato che entro il 2000 oltre la metà della flotta mondiale di navi mercantili apparterrà ad armatori asiatici. E già oggi il 40 per cento delle navi sono controllate da interessi asiatici e il tasso annuale di crescita di questa flotta, secondo l'Economic and Social Commission for Asia and the Pacific, entro il 2015 sarà compreso tra il 5 e il 7 per cento.
Lua Cheng Eng, presidente dell'associazione degli armatori di Singapore, ricordando la fusione di P&O Containers con Nedlloyd e le recenti acquisizioni dell'American President da parte della Neptune Orient Lines e di una buona parte della DSR/Senator da parte della Hanjin, ha avvertito che le istituzioni tradizionali come le conferenze e i consorzi armatoriali sono ormai superati perché inadatte a far fronte ai cambiamenti che avvengono nel trasporto mondiale. Gli armatori devono cercare altre forme di cooperazione e razionalizzare la loro attività per sopravvivere. Altrimenti molti soccomberanno pressati da una competizione senza scampo.
L'argomento è stato affrontato con molto impegno nel corso del recente simposio sul trasporto internazionale di linea che si è svolto ad Amburgo. Il presidente dei caricatori europei, Mansell, ha detto che sarebbe irrealistico e vano credere che i caricatori possano accettare di tornate ai vecchi accordi di autoregolamentazione con consultazioni istituzionalizzate, come è avvenuto negli ultimi trent'anni. Il mercato ora è globale, deregolamentato e soggetto ad una fortissima competizione. Armatori e caricatori europei per difendersi devono affidarsi ad un partenariato molto stretto, condividere analisi di mercato e obiettivi commerciali. In particolare gli armatori conseguiranno risultati positivi e aumenteranno la loro quota di mercato se saranno capaci di considerare i caricatori come clienti individuali con necessità particolari da soddisfare. Gli accordi istituzionali tariffari sono ormai sorpassati perché non corrispondono più ai bisogni di un mercato moderno e competitivo. Il futuro è fatto di consultazioni tariffarie confidenziali e personalizzate. Da un dialogo più moderno e specialmente più maturo ne trarranno beneficio sia l'una che l'altra parte.
Servizi innovativi e semplificazione delle tariffe, rapportate con le necessità dei clienti: questo l'imperativo, più che lo slogan, sortito dal simposio internazionale di Amburgo. Senza scordare l'esortazione di Pasquale Formisano: "caricate europeo".
CARLO BELLIO |
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