Questa mattina i lavoratori dipendenti dell'Autorità Portuale di Genova si sono riuniti in assemblea a Palazzo San Giorgio per discutere l'andamento dei lavori parlamentari che riguardano il ddl 3667, che contiene un gran numero di provvedimenti interessanti il settore marittimo, a cominciare dai cantieri navali all'industria armatoriale marittima, dai porti, dal secondo Registro internazionale alle modifiche al Codice della Navigazione, ai prepensionamenti dei dipendenti degli enti portuali.
I prepensionamenti riguardanti la maggior parte dei porti italiani sono già avvenuti nel 1995 e nel 1996. Rimangono ancora da sistemare le posizioni di circa 500 lavoratori dipendenti delle autorità portuali di Genova, Napoli, Trieste e Venezia, lavoratori che a suo tempo avevano accettato di definire la loro posizione in un secondo tempo, ma che adesso con le indecisioni che riguardano il dll 3667 rischiano di essere estromessi dal posto di lavoro senza prepensionamento. Infatti alla fine di quest'anno scade la possibilità degli enti portuali di "distaccare" questi lavoratori alle dipendenze dei terminalisti. E questo accade in particolar modo a Genova, dove il processo di privatizzazione delle attività commerciali portuali è completato, mentre negli altri porti esiste pur sempre la possibilità d'impiego di questi lavoratori.
Per questo i dipendenti dell'autorità portuale di Genova, riuniti ieri in assemblea insieme con le segreterie sindacali FILT-CGIL, FIT-CISL e UilTrasporti, dopo due giorni di protesta, hanno deciso di sospendere ogni forma di lotta, dando mandato alla rappresentanza sindacale unitaria di promuovere ulteriori iniziative, e di inviare una nota al ministro dei Trasporti, al presidente del Consiglio e ai ministri del Lavoro e del Tesoro, affinché s'impegnino formalmente per una rapida discussione ed approvazione del ddl. "Le chiediamo - scrivono le segreterie sindacali - un impegno immediato e formale affinché il disegno di legge da lei proposto e controfirmato da altri tre ministri dell'attuale governo, trovi una puntuale e immediata coerenza di comportamenti dalla maggioranza che sostiene il governo, risultando evidente la gravità politica del contrario".
Ricordiamo che sull'argomento, sollecitando l'esame del ddl, sono già intervenuti con loro note il presidente della Camera di Commercio di Genova e il presidente dell'Associazione Industriali della Provincia di Genova, e con una nota il Comitato dell'Autorità Portuale di Genova. E' infatti proprio a Genova, come detto, che la situazione è più pesante. L'organico dell'Autorità Portuale presenta un esubero di oltre 200 persone rispetto alla pianta organica approvata dal ministero. Un maggior organico che all'autorità portuale costa circa 12 miliardi l'anno. Una situazione quindi da sanare al più presto tenendo presente, come già detto, che dopo il 31 dicembre questi lavoratori non potranno più essere collocati nelle aziende terminalistiche private, ripiego che invece potrà ancora essere adottato negli altri tre porti interessati, dove la privatizzazione è appena iniziata..
Anche il Comitato dell'Autorità Portuale di Venezia ha preso posizione nel sollecitare l'approvazione del ddl. "Soluzioni diverse da quelle individuate dal ddl 535/96 - afferma l'ente portuale veneziano in una nota - potrebbero provocare disparità di trattamento fra le autorità portuali maggiori, compresa quindi quella di Venezia, e le autorità portuali minori che hanno già risolto fin dal dicembre 1996 il problema degli esuberi strutturali". |
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