Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi, sul proposta del ministro dei Trasporti e della Navigazione Claudio Burlando, un disegno di legge che assicura oltre 2.500 miliardi di lire in tre anni alla cantieristica italiana. Il provvedimento deve passare ora al vaglio del Parlamento.
Il dicastero dei Trasporti ricorda in una nota lo stato di salute della cantieristica nazionale, che è passata da una produzione inferiore alle 300.000 tonnellate di stazza lorda compensata alla fine degli anni '80 a volumi superiori alle 600.000 tslc nello scorso anno, mentre per il 1999 è previsto il raggiungimento di 750.000 tslc. Il carico di lavoro dei cantieri italiani ha quindi superato i 2,4 milioni di tslc, per un valore di circa 13.000 miliardi di lire (di cui oltre il 50% per l'estero), corrispondenti a quasi 3 anni di attività per tutto il comparto.
L'occupazione nel settore è inoltre cresciuta negli ultimi dieci anni: nel 1990 gli addetti erano 31.500, nel 1997 33.200, e sono 34.200 quelli previsti nel 1999. C'è stato tra l'altro - scrive il ministero - un sensibile incremento dell'occupazione indiretta, che oggi è il doppio di quella diretta, con un ribaltamento del rapporto esistente dieci anni fa'.
La cantieristica italiana, che ha la necessità di reperire figure professionali specializzate - come quella dei saldatori - presenti in numero ridotto sul territorio nazionale, è dovuta ricorrere a manodopera proveniente dall'est europeo. Per la formazione di personale con queste qualifiche sono stati pertanto avviati appositi corsi di riqualificazione professionale soprattutto in Liguria, Veneto e Marche.
Il ministero dei Trasporti afferma poi che il futuro del settore navalmeccanico italiano è legato principalmente alle decisioni che saranno prese in sede comunitaria, anche in considerazione del comportamento dei produttori asiatici e, in particolare, della Corea del Sud. Ma "non meno importante sarà comunque, sul piano interno, l'approvazione della legge che istituisce il registro internazionale, condizione indispensabile perché l'armamento italiano possa rafforzare la sua posizione competitiva e proseguire nel processo di ammodernamento della flotta, oltre ad un oramai improcrastinabile sviluppo del cabotaggio marittimo e fluviale".
E' necessario inoltre - conclude la nota - porre attenzione al programma di rinnovo e potenziamento del naviglio, di vario tipo, adibito alle attività istituzionali di vigilanza delle coste, naviglio da affidare alle Capitanerie di Porto e della Marina militare italiana (le unità maggiori) in funzione dei compiti a loro assegnati. |
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