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Le rate di nolo per il trasporto di petrolio sono crollate nelle ultime settimane, offrendo un po' di respiro ai paesi importatori, molti dei quali sono oppressi dalla crisi economica asiatica. Il costo del trasporto di greggio dal Medio Oriente al Giappone è sceso dai 10 dollari la tonnellata dello scorso maggio a 5,50 dollari, anche a causa della crisi economica giapponese che ha determinato una domanda inferiore a quella normale.
Il nolo di una petroliera da 130.000 tonnellate dall'Africa occidentale al Golfo Messico è calato da 9,20 dollari la tonnellata ancora realizzabili nello scorso luglio agli attuali 6,80 dollari. Il nolo per il trasporto di petrolio dai Caraibi ai porti statunitensi del Golfo, che nello scorso marzo era di 10,90 dollari la tonnellata, è sceso a 6,20 dollari in luglio ed ora a 4,25 dollari.
Alcuni analisti affermano che il vero e proprio crollo dei noli cisternieri non apporterà subito un pur lieve beneficio al mercato del greggio, ora molto depresso, ma potrà far sentire la sua influenza positiva a lungo termine. Altri invece affermano che il declino del prezzo del petrolio ha certamente spinto al ribasso i noli, ma non è stato il fattore determinante del crollo del mercato.
E qualche paese non ne beneficerà affatto. La Corea del Sud, ad esempio, non riceverà alcun vantaggio dal ribasso dei noli a causa del minor valore della moneta nazionale, il won.
E' certo comunque che il calo del prezzo del petrolio non sarà di alcun beneficio per il mercato generale dei noli marittimi, non incidendo il costo del fueloil in modo determinante su quello generale della gestione della nave. Per il viaggio Medio Oriente - Rotterdam, ad esempio, il costo del bunker incide soltanto per il sette per cento del costo totale del viaggio.
Ribasso del prezzo del greggio, crollo dei noli cisternieri e crisi economiche di vasta portata si intrecciano così in un panorama offuscato da troppi elementi contingenti per permettere una previsione attendibile. Ma il mercato dei noli è sempre stato un terreno inaffidabile, sul cui andamento nessun esperto ha mai voluto esprimere anticipazioni per non rischiare sicure smentite. E tanto meno lo fa adesso.
Stefano Bellio
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