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Il Clerici Logistic Group ha stretto un importante accordo con il porto di San Antonio Este per incrementare i volumi di traffico di frutta tra lo scalo argentino, che movimenta da solo oltre il 70% di questo tipo di traffico dal Paese sudamericano (circa 283 mila tonnellate di frutta nel '97), e i mercati italiano e sudeuropeo. Il Clerici Logistic Group, che svolge anche attività di terminalista nei porti di Genova, Salerno, Ravenna e Trieste, intende avvalersi del porto del capoluogo ligure per incrementare il traffico sia con le nazioni sudeuropee che per il transhipment per altri Paesi del Mediterraneo. L'accordo con il porto di San Antonio Este prevede inoltre l'avvio di una collaborazione continuativa sul piano dell'interscambio informativo e la promozione di collaborazioni in ambito portuale nella realizzazione o nella gestione di terminal specializzati nel settore dei prodotti deperibili.
Le motivazioni dell'intesa, come sottolinea il gruppo guidato da Alfonso Clerici, derivano dalla necessità di indirizzare il traffico dei prodotti di ortofrutta verso il porto di Genova. Delle 300 mila tonnellate di prodotti argentini destinate all'Europa infatti, circa 170 mila vengono accolte dai porti olandesi e 45 mila da quelli tedeschi, anche se si tratta di merce spesso destinata al mercato italiano o sudeuropeo.
La firma dell'intesa - ricorda ancora il gruppo italiano - giunge a qualche mese dal raggiungimento dell'accordo di cooperazione tra l'Autorità Portuale di Genova e l'Autorità Portuale Nazionale Argentina, siglato a Genova il 20 maggio scorso, per la realizzazione di una piattaforma logistica argentina in Italia ed è frutto anche del lavoro svolto dall'ufficio attivato per coordinare l'intesa tra il Clerici Logistic Group e il porto di San Antonio Este insediato dalla scorsa primavera nel Terminal Frutta Genova, gestito dal gruppo italiano.
Dall'accordo però sono al momento esclusi gli agrumi, perché - come ricorda polemicamente Alfonso Clerici - "l'Italia non ha ancora recepito una precisa indicazione dell'Unione Europea che impone di liberalizzare l'import di agrumi da paesi terzi e con questo siamo costretti ad importare da paesi europei agrumi che entrano da ogni parte del mondo, vengono etichettati made in Europe e giungono così nei mercati italiani. Una situazione assurda che ci penalizza sotto diversi profili, ad iniziare da quello economico e occupazionale". |
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