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Rinviato il progetto d'ampliamento del canale di Suez che sarebbe costato 5 miliardi di dollari
La concorrenza di altri sistemi di trasporto, specialmente dell'oleodotto Sumed, sta offuscando il futuro della via d'acqua costruita nel 1869
24 febbraio 1999
La funzione di collegamento tra diversi continenti svolta dal canale di Suez è innegabile, anche se il transito delle navi è scemato negli ultimi anni e nuovi mezzi di collegamento, come l'oleodotto Sumed, ne minaccino seriamente il futuro. Nel 1980 transitarono nel canale 20.795 navi, nel 1990 la via d'acqua fu utilizzata da 17.664 unità e nel 1997 da 14.430. Un calo costante: l'autorità del canale non riesce ad invertire questa tendenza nonostante abbia effettuato riduzioni di pedaggi e abbia introdotto altre facilitazioni.
Le nazioni del Golfo Arabico produttrici di greggio ne esportano annualmente 165 milioni di tonnellate. Ebbene, quello che transita nel canale nelle stive delle petroliere ammonta solamente a 15 milioni di tonnellate, mentre l'oleodotto Sumed ne assorbe 110 milioni, l'oleodotto Iraq-Turchia 20 milioni, e per quello che segue la più lunga via del Capo di Buona Speranza ne transitano 20 milioni di tonnellate.
A questo punto si capisce la decisione dell'autorità del canale di rinviare il progetto di modernizzazione e ampliamento del canale, opera per la quale era stata preventivata una spesa di 5 miliardi di dollari. I lavori sarebbero dovuti durare dieci anni per permettere il passaggio di ultra large crude carrier (ULCC) di 350.000 tonnellate di portata lorda e 72 piedi di pescaggio dal 2010.
Il canale è già stato approfondito e allargato una dozzina di volte dopo la sua apertura nel 1869. I lavori attualmente in corso porteranno la profondità del canale da 58 a 62 piedi.
Per favorire il transito l'autorità del canale ha deciso di accordare delle riduzioni per unità che trasportano almeno 5000 tonnellate di carico; gli sconti raggiungono anche l'80% della tariffa normale, con un massimo di 475.000 dollari per una nave (andata e ritorno).
Rimane però pesante la concorrenza del Sumed, l'oleodotto che è stato costruito dall'Egitto e da altre quattro nazioni produttrici di greggio. L'autorità del canale, con l'intento di frenarne lo sviluppo, ha firmato un accordo che consente alle navi di scaricare una parte del loro carico a Suez per reimbarcarlo ad Alessandria. Questa opzione è stata scelta l'anno scorso da qualche decina di navi, che sono transitate nel canale pagando il pedaggio.
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