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Spedizionieri genovesi: qualche spunto d'ottimismo in una cornice "di colore tendente al grigio"
La relazione del presidente Cuttica. La categoria non è capace di interpretare le tendenze evolutive, od involutive, del mercato e in mancanza di sinergie, le case di spedizione sono troppe.
15 aprile 1999
Usciti da una lunga e inutile polemica con i consolidatori lombardi, gli spedizionieri genovesi si sono riuniti oggi nella loro assemblea generale che si è svolta nella Palazzina San Lorenzo del Porto Antico di Genova, presenti tutti i presidenti degli enti e delle associazioni economiche cittadine legati al porto. Il presidente Michele Cuttica ha presentato agli associati una relazione che contiene un po' tutti i principali avvenimenti che hanno caratterizzato la vita associativa negli ultimi dodici mesi, ma che soprattutto è proiettata sulle aspettative future della categoria.
Non è un momento particolarmente felice per gli spedizionieri, che operano in una cornice "di colore tendente al grigio". Soprattutto sono troppe le case di spedizione. "Pur essendo imprese di servizi, e quindi concettualmente più flessibili delle imprese industriali - ha detto Cuttica - non siamo ancora riusciti a far maturare l'idea che occorre interpretare preventivamente le tendenze evolutive, od involutive, del nostro mercato e adeguare tempestivamente le nostre strutture. Oggi i nostri indicatori - ha detto il presidente - continuano a segnalare che esistono troppe case di spedizione. L'assembramento causa "rarefazione d'ossigeno", e quindi un appiattimento che conduce fatalmente alla recessione. Appare importante e indifferibile la via delle sinergie, cioè delle alleanze, delle concentrazioni, degli accorpamenti d'imprese o di servizi. Solo con la riduzione del numero dei soggetti e con la loro tonificazione si riuscirà a migliorare il nostro mercato".
Ma nel generale quadro di insoddisfazione, creata anche dall'assenza di programmazione a livello nazionale delle risorse esistenti, a Genova si può ora cogliere qualche spunto d'ottimismo. Risultati concreti e positivi sono "Le linee guida della Conferenza Strategica del Comune di Genova", un confronto organizzato dal Comune con la città sui progetti che tracceranno le linee del suo futuro, il "Forum della Società Civile" promosso dall'Associazione Industriali di Genova e di cui gli spedizionieri sono tra i promotori, che tenterà di rendere professionale la pianificazione dei progetti focalizzando l'attenzione su obiettivi primari, e "Le indicazioni del Piano Regolatore del Porto elaborato dall'Autorità Portuale" (un Piano rielaborato dopo 34 anni), da cui emerge l'intenzione di valorizzare il ruolo di Genova quale "porta" veicolante dei grandi traffici, con il potenziamento di tutti i sistemi di collegamento. Queste tre iniziative, secondo Cuttica, contengono alcuni "fattori comuni" di grande novità e di grande rilevanza. "Respiriamo quindi un'aria nuova e gradita".
Quanto al passato, l'attività del 1998 è stata caratterizzata da alcuni freni endogeni: sotto il profilo commerciale il porto è sempre fortemente sbilanciato verso la cultura del container, mentre le altre realtà merceologiche sono abbandonate al proprio destino, che significa una flessione molto rapida, mentre sotto il profilo economico si avverte a Genova la mancanza di un sostegno alle imprese, sul modello di quelli vigenti in quasi tutti gli altri paesi europei, Infine sotto il profilo comportamentale mancano organizzazione e coordinamento fra i vari soggetti del sistema marittimo portuale.
Nell'ambiente in cui gli spedizionieri e le altre categorie operano vi è necessità di coesione, ma soprattutto di rispetto reciproco. Vi è poi una costante attitudine alla diffidenza e alla dsapprovazione, istinto che, se divulgato in eccesso, conduce fatalmente all'inaridimento dei valori comuni. "Continua a mancare la consapevolezza che i problemi si risolvono meglio in una visione più allargata e che la nostra società avrà più spazio di avanzamento se potrà scaricarsi degli egoismi e della sterile "cospirazione" di bottega, o di salotto. Se uscissimo finalmente allo scoperto con più preparazione, con più coraggio e più considerazione, e se riuscissimo a sottrarci al fascino perverso dell'autolesionismo - ha detto Cuttica - di certo affronteremmo un futuro migliore. E' questo un richiamo sentito che indirizziamo agli spedizionieri, e quindi a molti di noi".
E' una considerazione amara quella del presidente Cuttica, una constatazione della realtà della categoria che è certamente ricorrente ad ogni assemblea annuale, ma che si può constatare ogni giorno.
Speriamo che la tendenza negativa sia finalmente interrotta e che l'albero della facoltà di decisione finalmente produca cospicui frutti.
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