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Il mercato logistico europeo è più maturo di quello nordamericano, ma avrà una crescita più lenta
E' previsto per il prossimo triennio un incremento del 10-15% del mercato logistico europeo e del 44% di quello statunitense
2 giugno 1999
Un'indagine condotta dalla Northeastern University di Boston, dalla britannica Cranfield University e dalla Mercer Management Consulting Inc., effettuata interpellando clienti e fornitori di servizi logistici, ha rilevato che il mercato logistico europeo è più maturo di quello nordamericano.
I fornitori europei di logistica sono risultati essere più avanti nel processo di globalizzazione delle proprie attività rispetto ai colleghi americani: il 69 per cento delle società interpellate ha dichiarato di operare su scala mondiale, soprattutto in Nord America e in Asia, e di guardare con interesse al mercato dell'Europa orientale. La controparte americana offre ai propri clienti servizi logistici a copertura mondiale solo nel 59 per cento dei casi.
In particolare i fornitori europei di servizi logistici sono presenti in Asia in maggior numero rispetto ai loro concorrenti americani. Mercer Management Consulting attribuisce questo apparente paradosso a due fattori: l'eredità del colonialismo e la tradizione nel lavoro di spedizione merci dei principali fornitori europei di logistica. Le società americane si sono invece dedicate al consolidamento della loro posizione nei mercati dell'area della North American Free Trade Association (NAFTA) e allo sviluppo della loro presenza sul mercato europeo.
In Europa il 75 per cento delle imprese che offrono servizi logistici esterni hanno un numero di clienti inferiore a 100, e la maggior parte di questi è costituito dalle industrie alimentari, seguite dalle case automobilistiche e dalle società del comparto dell'alta tecnologia. Il tipo di contratto che lega più frequentemente fornitori e clienti è quello su base triennale. Se il 69 per cento delle imprese logistiche europee ha sviluppato la propria attività fuori dal continente, la maggior parte del fatturato deriva però ancora dal mercato europeo. Il 75 per cento di queste società è inoltre controllato da imprese di dimensioni più rilevanti, nell'ambito delle quali raramente rappresentano oltre il 30 per cento dell'attività dell'intero gruppo.
Secondo i risultati dello studio è cresciuto negli ultimi anni l'interesse delle grandi imprese per i servizi forniti dagli operatori logistici, sia per quanto riguarda lo svolgimento di attività logistiche vere e proprie che per la gestione di processi logistici.
Questo trend continuerà anche in futuro: i dirigenti delle principali società europee di logistica prevedono un tasso di crescita stabile delle loro attività che va dal 10 al 15 per cento l'anno nel prossimo triennio, ma confidano anche in una maggiore crescita della logistica in Europa a più breve termine. Negli Stati Uniti il tasso di sviluppo della logistica, secondo il management delle società di questo settore, sarà invece del 23 per cento nel medio periodo e del 44 per cento nel prossimo triennio.
Risultano così diverse le prospettive di crescita delle società di logistica europee e nordamericane per i prossimi anni, soprattutto nei rispettivi mercati di riferimento: se in Europa infatti più del 50 per cento delle grandi imprese hanno affermato di aver utilizzato abitualmente servizi esterni di logistica negli ultimi 5 anni, solo il 62 per cento ha dichiarato di aver intenzione di aumentare l'utilizzo di servizi logistici esterni, contro il 72 per cento delle aziende nordamericane. L'indagine rileva inoltre come negli Stati Uniti esista un ampio margine di sviluppo per il comparto logistico: nel 1996 il 24 per cento dei clienti affermava di utilizzare servizi logistici esterni da meno di un anno, contro il 9 per cento riscontrato in uno studio realizzato nel 1995.
La ricerca precisa comunque che da una parte e dall'altra dell'Atlantico i clienti preferiscono avvalersi di un numero sempre minore di fornitori di servizi, la cui attività abbia però una copertura internazionale. I dirigenti americani sostengono inoltre che per questi servizi i clienti solitamente preferiscono un'offerta di prestazioni "one stop shopping".
L'internazionalizzazione delle società di logistica sembra essere un processo di lenta attuazione, ma è anche indicato come uno dei principali fattori chiave per lo sviluppo del settore: "le imprese che operano su scala mondiale - ha spiegato il professor Robert Lieb della Northeastern University - richiedono che i loro fornitori di servizi logistici oltrepassino allo stessa maniera frontiere e oceani".
Il costo del servizio rimane comunque - secondo quasi la metà degli interpellati - un elemento importante per la scelta o meno di un operatore logistico esterno all'impresa. Il professor Lieb ha infatti confermato che continuerà anche in futuro la richiesta di contenimento del prezzo di questi servizi.
E' stato inoltre previsto che nei prossimi anni si assisterà ad una serie di fusioni e acquisizioni tra le società del settore, che permetteranno alle imprese logistiche di offrire ai propri clienti servizi più completi, di realizzare economie di scala e di ridurre la concorrenza.
L'indagine ha evidenziato inoltre che i primi tre fattori che contribuiscono alla crescita del comparto logistico, ma non necessariamente all'incremento dei profitti, sono i servizi e il management legati al magazzinaggio, i servizi di trasporto e i servizi a valore aggiunto. In particolare la ricerca ha rilevato come proprio i servizi a 'valore aggiunto', tra cui l'assemblaggio e l'installazione di prodotti, l'impacchettamento e l'etichettazione, contribuiranno a differenziare e qualificare le imprese logistiche. In quest'ambito il 90 per cento delle società europee di logistica ha dichiarato di offrire servizi a valore aggiunto, contro il 68 per cento delle società nordamericane.
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