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Un altro grido d'allarme per le precarie condizioni dell'armamento italiano, che non può essere competitivo perché non gode dei benefici fiscali e dei contributi previsti per le flotte di altre nazioni europee, i cui rispettivi Registri di fatto hanno recepito da tempo i principi del libero mercato, è stato lanciato a Napoli questa mattina nel corso di un convegno organizzato dall'International Propeller Club partenopeo in collaborazione con l'Autorità Portuale sul tema "Registri internazionali e cabotaggio: la competitività delle imprese armatoriali italiane".
Nel corso del convegno, che proseguirà domani nel Teatrino di Corte del Palazzo Reale di Napoli, il console a Napoli dei Paesi Bassi, Gennaro Borriello, ha detto che "il cabotaggio italiano, che solo in Campania dà lavoro ad almeno ventimila marittimi, va sostenuto concretamente attraverso la riduzione del carico fiscale e con costi del lavoro competitivi sul piano internazionale".
Gli ha fatto eco il presidente dell'International Propeller Club, Bruno Castaldo. "Il cabotaggio italiano - ha detto - deve essere messo in condizione di competere sul piano dei costi ad armi pari con la concorrenza. Diversamente darà costretto ad arroccarsi sempre più su se stesso pur di sopravvivere".
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