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Il fenomeno della pirateria moderna ha assunto nel trasporto commerciale dimensioni tali da suggerire all'International Shipping Federation (ISF) di pubblicare un manuale, giunto alla terza edizione, contenente indicazioni per prevenire o almeno limitare i danni determinati dagli assalti dei pirati. La pubblicazione, dal titolo "Pirates and Armed Robbers: a master's guide", traccia in poco più di una dozzina di pagine la 'mappa' delle regioni più pericolose dove nel 1997 sono avvenuti 643 abbordaggi e 467 nel 1998. Prime nella graduatoria, con una media tra il 1990 e il 1998 di un assalto il mese, le coste della Cina, quelle del sud-est asiatico e quelle brasiliane; vengono poi le coste di alcune nazioni dell'Africa occidentale e della Somalia.
Le modalità con cui si svolgono questi atti di pirateria e il grado di violenza che li caratterizza variano da una regione all'altra. Al largo delle coste asiatiche di solito i pirati usano mezzi navali molto veloci e la loro salita a bordo è spesso favorita da complici che si sono nascosti a bordo durante uno degli scali della nave. Gli abbordaggi non vengono compiuti da un esiguo numero di pirati, ma da vere e proprie bande organizzate. Nella pubblicazione però l'ISF aggiunge una denuncia gravissima: qualche volta anche militari cinesi e indonesiani sono complici dei pirati, e gli assalti alle navi vengono compiuti usando armi modernissime. Di solito s'immagina che gli assalti dei pirati avvengano su navi all'ancora o che procedono a velocità ridotta, ma sono state assaltate anche unità che navigavano ad oltre venti nodi.
Invece in Africa i pirati prendono di solito di mira navi alla fonda. Qui le bande adottano metodi poco sofisticati e qualche volta si accontentano di impadronirsi di oggetti di poco valore. In Africa però i pirati sono molto violenti e la protezione offerta dalle autorità è molto limitata. Al largo delle coste somale vengono compiuti abbordaggi per ragioni politiche, e spesso vengono presi ostaggi tra i membri dell'equipaggio.
In Brasile vengono assaltate soprattutto navi all'ormeggio nei porti o in rada. I malviventi compiono azioni molto violente, che però sono contrastate in misura crescente dall'intervento della polizia.
L'International Shipping Federation ha rilevato tuttavia che una maggiore vigilanza a bordo rende gli abbordaggi più difficili e ha suggerito ai comandanti di segnalare i battelli sospetti alle autorità, di utilizzare mezzi luminosi e sonori per mostrare ai pirati di averli identificati e di limitare l'accesso al carico. L'ISF ha inoltre raccomandato ai marittimi di non compiere "atti eroici" e di non affrontare direttamente i pirati che, terminata la scorreria, tornano al battello.
S.B.
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