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Questa sera Palazzo San Giorgio ha rivissuto, presenti tutti i protagonisti del tempo, trent'anni di vicissitudini (spesso amare e qualche rara volta accettabili) della sua vita. Dal 1969 al 1999, "Gli anni che sconvolsero il porto di Genova", sono infatti il titolo del libro di Massimo Minella, giornalista de "Il Lavoro-Repubblica", che è stato presentato nella Sala del Capitano dello storico palazzo. Vicino all'autore, che ha raccontato la sua esperienza di cronista marittimo-portuale, il presidente dell'Autorità Portuale Giuliano Gallanti, il segretario generale Fabio Capocaccia, l'ex ministro dei Trasporti Claudio Burlando e il capo redattore del giornale, che ha presentato il volume, Gigi Gia. Nei trent'anni di vita del porto, raccontati attraverso interviste, anche quel periodo terribile che condusse lo scalo sull'orlo del fallimento totale e della chiusura. Ma il trentennio mette in particolare evidenza quello che si deve definire "l'era del container a Genova", dall'indimenticabile inaugurazione del primo container terminal del Mediterraneo fatta dall'allora presidente del CAP, Giuseppe Dagnino, a Ponte Libia, sottobordo ad una portacontainer della Sea-Land, all'oltre milione di teu movimentati l'anno scorso.
Anni difficili da raccontare, anche oggi. Minella è stato senz'altro, prima di tutto, coraggioso. Al lettore verificare se gli intervistati hanno avuto la stessa sincerità d'intenti. E' ancora scottante parlare di temi e problemi che non sono stati risolti e che sono stati affrontati sempre con la sicurezza di suscitare ire e acuire tensioni.
All'epoca la crisi del porto fu grave, penosa. E imbarazzante. Come succede in queste circostanze, ognuno - forse per dimostrare di non essere responsabile dell'accaduto - mantenne intatta la propria linea di condotta, senza mutare le proprie convinzioni, magari espresse solo con maggior pudore. Ciascuno avvertì che qualcosa di irreparabile era successo. Trascorsi pochi mesi giochi di parte, responsabilità e irresponsabilità sarebbero stati dimenticati, superati, e con unanime sollievo. L'epilogo, sotto gli occhi di tutti, si era ormai consumato. Di concreto rimase solo il biglietto di congedo del suicida, firmato "Grande Porto di Genova".
Alcune testimonianze raccolte da Massimo Minella
Giuseppe Dagnino
presidente del CAP dal 18/10/67 al 14/7/83
Professore, nel '69, meno di due anni dopo il suo insediamento, Genova ha il suo terminal container a Ponte Libia, il primo nel Mediterraneo. Sì e il decollo fu immediato: in un arco brevissimo di tempo, non più di tre-quattro anni, l'ottanta per cento delle merci cosiddette "ricche", in colli e a numero, trasportate via mare, le ritrovammo dentro ai container ;.... lei ha guidato il Cap per quasi sedici anni. Ma non ha concluso il suo mandato alla guida di Palazzo San Giorgio. Perché? .... avvertivo che la situazione diventava - come dire? - repellente.
Roberto D'Alessandro
presidente del CAP dal 14/2/84 al 31/12/88
Perché volle rompere un assetto tanto radicato nella portualità? C'era innanzitutto una forte esigenza di risanamento dei conti ;... l'87, il suo annus horribilis alla guida del porto. Perché si arriva a uno scontro così duro? Perché ormai non era più possibile dilazionare i tempi della riforma ;.... Chi la tradì? La componente politica, che a un certo punto, soprattutto negli ultimi difficilissimi mesi del mio mandato, mi lasciò solo.
Rinaldo Magnani
presidente del CAP dal 14/3/90 al 10/7/94
Dove incontrò le maggiori resistenze? Si è sempre sottolineato lo scontro Cap-Culmv, personalizzandolo sul dualismo Batini-Magnani, Magnani-Batini. A dire la verità lo scontro c'è stato e anche abbastanza duro, ma per quanto mi riguardava giustificava il cambiamento. .... perché il porto scelse la Fiat per Voltri? Forse bisognerebbe dire perché la Fiat scelse Voltri. La verità è che nessuno ha scelto, perché allora non esistevano scelte da fare.
Fabio Capocaccia
commissario del CAP dal 10/7/94 al 31/12/94 e dell'Autorità Portuale dall'1/1/95 al 31/12/95
Lei trova una continuità da D'Alessandro fino a oggi? Sì, e molto marcata. Basta fare un raffronto tra lo sviluppo previsto nell'84, anno di pubblicazione del primo dei Libri Blu, e quello realizzato oggi.
Giuliano Gallanti
presidente dell'Autorità Portuale dal 21/1/96
E' ottimista sul futuro? Dico solo che questa è una battaglia che si vince tutti uniti.
Paride Batini
Il portuale
E voi eravate e siete esenti da colpe e responsabilità? No, anche noi ne abbiamo, a cominciare da quella di aver discusso, spesso senza riuscire a concretizzare nulla, per vent'anni, finendo per danneggiare noi stessi. Questo interminabile confronto interno ai lavoratori, infatti, ha fatto soltanto il gioco di chi aveva la necessità di trovare un capro espiatorio a cui addossare le colpe di tutto. E i portuali andavano benissimo.
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