| |
Corrado Antonini, presidente della Fincantieri e dell'Assonave, l'associazione aderente alla Confindustria che raggruppa i maggiori cantieri di costruzione e riparazione navale, nel corso dell'assemblea dell'associazione ha lanciato oggi un grido di allarme sul futuro, già fosco, dei cantieri navali europei. I cantieri comunitari, ha detto Antonini, quest'anno registreranno un crollo del 50 per cento delle ordinazioni, che passeranno da 3 a 1,5 milioni di tonnellate di stazza lorda compensata. Secondo Antonini questa crisi è determinata dalla concorrenza sleale dei cantieri della Corea del Sud, che sfruttano i vantaggi che loro derivano dalla svalutazione della moneta nazionale, il won, dal dumping sociale e dal massiccio intervento a loro favore da parte del Fondo Monetario Europeo (FMI). E non basta certamente l'aiuto del 9 per cento concesso ai cantieri dall'UE per rivaleggiare con i cantieri asiatici.
Rimanendo alle statistiche del 1997, le ultime conosciute in questo settore, il prezzo per tonnellata di stazza lorda compensata nei cantieri navali europei è stato di 2,774 dollari, nei cantieri giapponesi di 1,240 dollari e nei cantieri sudcoreani di 0,935 dollari. Bastano queste cifre a far capire l'impossibilità della cantieristica europea di reggere alla concorrenza asiatica. L'anno scorso i cantieri europei hanno consegnato ai committenti il 25 per cento del nuovo tonnellaggio mondiale, i cantieri giapponesi il 38 per cento e quelli sudcoreani il 20 per cento.
|
|