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Il Cile avrà nel prossimo secolo il più grande porto della costa sudamericana del Pacifico. O meglio, c'è un progetto della Complejo Portuario Mejillones S.A. (CPM), controllata dal gruppo pubblico cileno Codelco, che prevede di realizzare una grande area portuale nei dintorni di Mejillones nel deserto di Atacama, 1.440 chilometri a nord di Santiago. La zona di presterebbe naturalmente alla realizzazione di un'opera di questo tipo, perché - su un fronte costiero che supera i 30 chilometri - dispone di fondali di oltre 20 metri e di ampie aree lungo la fascia costiera dove costruire le infrastrutture a terra.
Sino ad ora sarebbero sette i consorzi nazionali e internazionali interessati alla costruzione delle opere portuali, il primo formato dalle cilene Agunsa e Puerto Ventanas, dal gruppo francese GTM e dalla britannica Mersey Docks, il secondo dalle statunitensi Black & Veatch e Cooper / T. Smith, il terzo dalle cilene Puerto Mejillones S.A. e Ultramar, il quarto dalla cilena SAAM e dalla giapponese Sumitomo, il quinto dalle spagnole Sato, Sacyr e Puerto de Las Palmas, il sesto dalle spagnole ACS, Autoridad Portuaria de Valencia e Marítima Valenciana, il settimo dalle australiane BHP e AMP, dalla giapponese Mitsubishi e dalla statunitense SSA.
Le procedure per l'aggiudicazione dei lavori sembrano però incontrare molti ostacoli, sia per la complessità delle opere da realizzare, sia per il reperimento delle risorse finanziare. Fatto sta che, se il progetto risale ormai a due anni fa, le scadenze previste per la consegna delle proposte d'offerta e per l'effettuazione delle gare d'appalto non sono state rispettate.
La prima fase del progetto, che sarebbe realizzabile con un investimento di 150-200 milioni di dollari, prevede la costruzione di un terminal multipurpose per la movimentazione di circa 2,5 milioni di tonnellate di minerali e in particolare di rame, che è l'asse portante delle esportazioni cilene e costituisce il settore in cui è impegnato il gruppo Codelco.
Nelle fasi seguenti, che potrebbero essere realizzate anche nell'arco di mezzo secolo, dovrebbero essere realizzati un ulteriore terminal polivalente, un terminal per rinfuse liquide e un container terminal.
La concretizzazione del progetto sarebbe però legata anche alla attivazione di nuove attività minerarie nella regione intorno al porto di Antofagasta (che è a soli 65 chilometri da Mejillones), che dovrebbero consentire il raddoppio del traffico di materiale minerario che passerebbe da 1,3 a 2,6 milioni di tonnellate l'anno. Resterebbero inoltre da risolvere i problemi di collegamento, soprattutto ferroviario, con i mercati sudamericani. |
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