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Forte crescita dei traffici nel porto di La Spezia, in controtendenza con quanto accade nei maggiori scali italiani
Nel primo semestre ottenuto un incremento complessivo del 21,2% delle tonnellate movimentate. L'ente portuale denuncia la carenza di organico della Dogana
29 luglio 1999
Continua la crescita dei traffici nel porto di La Spezia, che si contrappone quindi con i risultati registrati nei principali porti italiani dove negli ultimi sei-nove mesi è stata accusata in maniera più o meno accentuata una contrazione dell'attività. Nel primo semestre di quest'anno nel porto spezzino è stato infatti ottenuto un incremento del 21,2% della movimentazione complessiva delle merci, passata dalle 6.657.000 tonnellate del primo semestre '98 a 8.071.611 tonnellate.
Particolarmente sensibile l'aumento nel settore container. I 421.990 teu movimentati complessivamente (+32,4%), contro i 318.662 del semestre '98, sono così suddivisi: La Spezia Container Terminal 361.751 (+38%), Terminal del Golfo 48.212 (+6,7%), Compagnia Lavoratori Portuali 12.027 (+47,9%).
Altrettanto rilevante la crescita nel comparto delle merci varie, che hanno totalizzato 4.856.768 tonnellate (+27,1%) contro le 3.822.331 dell'analogo semestre '98. L'incremento delle rinfuse liquide, passate da 1.680.811 a 1.900.678 tonnellate (+12,6%), deriva dall'aumento delle importazioni di prodotti petroliferi e all'accresciuta importazione di gas liquido al terminal Snam di Panigaglia. Nel settore delle rinfuse solide sono state movimentate 1.314.165 tonnellate (+14,6%), contro le 1.146.582 del primo semestre '98.
Nel primo semestre le merci non containerizzate sono cresciute complessivamente del 3,4%, passando da 3.491.546 a 3.609.647 tonnellate.
Il numero delle navi che hanno scalato alla Spezia è passato da 2.176 del primo semestre '98 a 2.357 quest'anno.
L'Autorità Portuale ritiene che il trend positivo possa continuare ad essere sostenuto anche nei prossimi mesi, ma denuncia anche preoccupazione per la carenza di organico della Dogana a fronte di "centinaia di esuberi improduttivamente collocati in sedi dove non c'è lavoro".
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