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Il governo italiano darà priorità allo sviluppo del trasporto via mare e in particolare al cabotaggio
Il ministro dei Trasporti Tiziano Treu, in visita a Genova, concorda sul rilancio delle 'autostrade del mare' ipotizzato da Carlo Azeglio Ciampi
13 settembre 1999
Cabotaggio e infrastrutture di collegamento tra il porto di Genova e l'hinterland sono stati gli argomenti cardine della giornata genovese del ministro dei Trasporti e della Navigazione, Tiziano Treu, che ha incontrato questa mattina istituzioni e imprenditori nella sede della Camera di Commercio, e nel pomeriggio in quella della Regione Liguria.
Il primo tema è tornato d'attualità a seguito delle recenti dichiarazioni del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che nel corso della visita a Napoli di sabato scorso ha riproposto la validità delle "autostrade del mare", cioè i collegamenti marittimi nel Tirreno e in Adriatico sui quali dovrebbe essere trasferita parte del traffico che ora congestiona le autostrade italiane. L'idea non è nuova, ma a parte l'autorevolezza della proposta è certo che il governo - ha confermato Treu - ha intenzione di promuovere lo sviluppo del cabotaggio. Carichi pesanti e merci pericolose - ha detto il ministro - circolano sulle strade italiane in misura maggiore di quanto avviene nelle altre nazioni comunitarie e il trasporto marittimo, prima ancora di quello ferroviario, dovrà assorbire consistenti quote di questi traffici.
Le parole del ministro hanno raccolto le esortazioni in questo senso avanzate da molti relatori, in particolare da Paolo Odone, presidente della Camera di Commercio di Genova, da Gianni Cuttica, presidente degli spedizionieri genovesi, e da Giuliano Gallanti, presidente dell'Autorità Portuale di Genova. Quest'ultimo ha sottolineato la necessità di riservare incentivi per la realizzazione di collegamenti cabotieri, soldi senza i quali - ha spiegato Gallanti - "in questa fase credo sia difficile avviare dei servizi", e denari necessari anche per l'approntamento di strutture portuali idonee a questo tipo di trasporto.
Se la necessità di un rapido sviluppo dell'attività di cabotaggio è riconosciuta da tutti, anche le analisi sullo stato dei collegamenti infrastrutturali di cui è dotato il porto di Genova conducono a pareri concordi, e tutti di tenore assolutamente pessimistico. Adriano Calvini, presidente del Comitato utenti e operatori del porto di Genova, ha parlato di uno scalo sostanzialmente in buona salute, ma ostacolato nella crescita dal carente sistema di collegamenti con l'hinterland. "Il fabbisogno camionistico - ha detto Calvini - sarà nel 2001 di 3200 mezzi, nel 2010 di 4700 e nel 2015 di 6100, mentre quello ferroviario sarà nel 2001 di 92 treni, nel 2010 di 95 e nel 2015 di 175, e - visto lo stato delle nostre infrastrutture - c'è di che preoccuparsi". Altrettanto critiche e infervorate le opinioni sulla realizzazione del cosiddetto 'terzo valico', necessario per decongestionare e garantire margini di sviluppo al traffico ferroviario che oltrepassa l'Appennino. "L'obiettivo - ha detto Graziano Mazzarello, vice presidente della Regione Liguria - è di avere il valico entro il 2006-2007". Ma molti relatori - memori di progetti mai concretizzati - hanno manifestato scetticismo, come Paolo Odone, che ha mostrato una pubblicazione datata 1903 che ipotizzava già allora la realizzazione del valico.
Manifestando comprensione per le esigenze infrastrutturali del porto, Treu ha ricordato che a partire dal '98 si è comunque verificata un'accelerazione negli investimenti per il potenziamento e l'adeguamento dei collegamenti; in particolare per il terzo valico si è giunti alla fase decisiva, ha detto il ministro accogliendo le richieste di Mazzarello, per una rapida convocazione della Conferenza dei Servizi successiva alla valutazione d'impatto ambientale.
Treu ha infine replicato ai timori di Adriano Calvini circa il possibile "ritorno al passato" in tema di lavoro portuale, ribadendo che le modifiche alla legge 84/94 seguono la strada della liberalizzazione e dell'impresa. Il presidente degli utenti portuali genovesi, ribadendo la netta opposizione alla reintroduzione di regole "che per Genova rappresenterebbero un passo indietro" aveva detto che "il sistema Genova si è basato sul concetto di flessibilità", mentre nel decreto legge in modifica alla disciplina del lavoro sembrano riemergere concetti quali "salario garantito, formazione obbligatoria delle squadre, contratto unico, monopolio, che fanno accapponare la pelle". Paolo Odone, rispondendo invece alla polemica mancata partecipazione all'incontro odierno da parte dell'associazione degli agenti marittimi genovesi dovuta all'assenza di rappresentanti della categoria nel nuovo direttivo dell'ente camerale, ha brevemente dichiarato che "quelli che non sono venuti lo hanno fatto per il bene del porto e della città".
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