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Polo logistico ro-ro per il traffico di autovetture nella rada di Vado, che presenta opportunità uniche nel Tirreno
Allo studio un progetto per nuove banchine e aree a partire da 200.000 mq per la movimentazione di 900.000 autovetture/anno, trailers e contenitori. Incontro indetto dall'Autorità Portuale di Savona nella sede della Camera di Commercio sul "progetto Grimaldi"
10 settembre 1999
All'incontro indetto dall'Autorità Portuale di Savona-Vado nella locale Camera di Commercio sul progetto "Grimaldi" si sono presentati oggi esponenti di punta di enti ed associazioni sindacali del savonese. A riceverli a Palazzo Lamba Doria il Presidente dell'Autorità Giuseppe Sciutto assieme con Costantino Baldissara, director Intermodal Transportation Department e Gianpaolo Polichetti, Executive Intermodal Transportation Department del Grimaldi Group. Il presidente Sciutto nella sua premessa ha sottolineato gli aspetti centrali del progetto, configurabili da un lato in una tipologia merceologica, quella delle autovetture che su Savona si colloca potenzialmente in grossa crescita; dall'altro nella posizione del porto di Savona Vado logisticamente strategico nella distribuzione del prodotto in tutta l'area nordoccidentale mediterranea e nel centro Europa. Il tutto supportato, per il bacino di Vado, da un sistema stradale, autostradale e ferroviario di assoluta valenza in rapporto alla potenzialità delle banchine e nel contesto del Tirreno settentrionale dalla mancanza, per la migliore finalizzazione di questa operazione, di spazi adeguati, ovvero dalla scelta da parte di altri scali marittimi nei propri strumenti urbanistici di traffici diversi. " Resta poi il fatto - ha osservato il presidente Sciutto - che di là dai forti quantitativi di autovetture in transito, il passaggio da parte del Grimaldi Group da 60 a 350 scali/anno su Savona si ripercuoterebbe positivamente sull'aumento di altri segmenti di traffico in presenza di nuove linee regolari di cabotaggio europeo". Professionale e chiara l'esposizione da parte dei due manager del Grimaldi Group, Baldissara e Polichetti; quanto precisa la richiesta di approfondimenti, da parte sia del presidente della Provincia, Garassini, per quanto riguarda le ripercussioni sull'ambiente comprensoriale savonese da una movimentazione massiccia di autoarticolati sulle strade.. Un porto da primati. A Vado, la svolta si è determinata negli ultimi quindici mesi, dopo errori vistosi del passato, recuperando su aree vuote, su portainer pressochè inutilizzate. Non è mancato però nell'Autorità Portuale il coraggio di una paziente attesa, la volontà di mettere sul mercato internazionale un terminale contenitori troppo piccolo per essere superspecializzato, assai vicino a grandi realtà per competere nell'offerta generale dei servizi, volutamente estromesso dai grandi giochi di settore; scelte incomprensibili ad inizio anni '90 che avrebbero trovato in seguito rispondenza in termini di traffici nei porti specializzati e hub, del Tirreno in particolare. Primati che si rifanno alla frutta e nella più ampia diversificazione ai minerali, altresì al trasporto passeggeri, unico esempio in Italia di terminalisti privati. L'opportunità di Vado di rilanciarsi in altri comparti specializzati, anni or sono patrimonio prevalente del porto di Savona nel contesto italiano, appaiono notevoli. Il caso della movimentazione delle autovetture è emblematico al riguardo, se si pensa che questa tipologia merceologica ha cominciato ad abbandonare il porto storico per mancanza di aree di deposito. Così presero slancio dapprima Livorno al Nord e quindi in tempi più recenti Salerno al Sud. In effetti venne giocata la carta di Vado, ma non funzionò per ragioni essenzialmente tecniche, condizionata dalla realizzazione di opere costose in rapporto al numero dei mezzi movimentati. Oggi lo scenario è mutato. La logistica ha compiuto passi da gigante per cui, da verifiche attuate in termini di costi, Vado presenta una serie di opportunità uniche. Caratteristiche che vengono rappresentate da elementi che si rifanno:
alla posizione strategica, ideale crocevia dei traffici tra la Spagna e l'Est europeo, tra il Mediterraneo e il Nord Europa;
alle infrastrutture di comunicazione, siano esse ferroviarie con almeno tre parchi per vagoni delle Ferrovie dello Stato nelle immediate vicinanze, ovvero autostradali con autoporto e interporto.
L'anello mancante è rappresentato da un grande terminale ro-ro a partire da 200.000 mq, cui destinare una massa crescente di autoarticolati nell'arco di 10 anni, con possibilità di ulteriori trend di crescita, cui potrebbe aggiungersi un forte sviluppo di trailers e di contenitori. E' un'occasione unica e irripetibile per Savona Ciò che preoccupa oggi è l'effettiva forza politica della città nel fronteggiare un progetto che già appare un'emergenza, se si guarda ai tempi di realizzazione rapportati alle potenzialità del mercato. La considerazione di Vado in posizione eccellente non significa che altri scali non trovino elementi di competizione nel contesto del cabotaggio domestico, intra-mediterraneo e mediterraneo-nord europeo, tali da indurre le società proponenti a soluzioni alternative; società di primo piano nel campo dell'intermodalità, di valenza tale da prevedere un'entrata a regime nel tempo di cinque anni. Quindi una verifica sulla ricerca di aree filo costa s'impone per non perdere un'occasione che prelude a: - 900.000 tonnellate di autoveicoli e trailers; - 550 posti di lavoro nel comprensorio portuale. In valori assoluti, significa che il porto nel suo complesso è di fronte a volumi che rappresentano il 48 per cento dell'attuale traffico delle merci convenzionali nei due bacini e il 23 per cento della forza occupazionale complessivamente intesa. Un'occasione importante dunque:
per il porto di Savona Vado che diventerebbe un grande polo logistico nel traffico ro-ro del Mediterraneo, con evidenti riflessi nel marketing;
per i traffici, prevedendosi accanto alla movimentazione di trailers, autoveicoli e veicoli ro-ro anche la presenza di contenitori;
per l'economia portuale, calcolandosi un fatturato annuale di circa 200 miliardi per operazioni portuali, distribuzione e preparazione autovetture;
per il comprensorio, dove la presenza di un polo logistico renderà indispensabili figure professionali altamente qualificate e specializzate.
E' certo dunque che il progetto Grimaldi produrrà importanti vantaggi anche per l'Italia nel suo insieme. Si pensi all'aspetto ambientale; i flussi cabotieri che si originerebbero da Savona verso la Spagna, la Francia, il Sud Italia oltre che per l'hinterland padano e centro europeo ridurrebbero drasticamente il trasporto su gomma con conseguente contenimento dell'inquinamento atmosferico ed acustico e della congestione stradale. Primi calcoli fanno ascendere ad almeno 153 miliardi di lire/anno il beneficio per la collettività in termini di riduzione dei costi ambientali per il solo trasporto di autoveicoli e trailers. Perciò, il "Polo Logistico" è diventato uno dei cardini centrali del Piano Regolatore Portuale. L'Autorità Portuale, peraltro, è consapevole che l'operazione produrrà un impatto ambientale, ma le modificazioni sull'assetto marino risulteranno al fine compatibili con un centro urbano che vuole crescere nella qualità della vita, ma nel contempo recuperare in altri settori la voragine apertasi negli scorsi decenni nel tessuto industriale con la perdita di oltre 3.000 posti di lavoro. Si ha ragione di credere attraverso il riscontro su monitoraggi a computer che gli interventi previsti:
sulla prospettata crescita fisica del porto per traffici ro-ro, il cui attuale posizionamento è l'ultima soluzione di una ricerca accurata in tutta la baia,
sul litorale, dove approdo turistico, porto peschereccio, cantieri navali renderanno il waterfront appetibile al turista, identificabili anche in zone a verde, strutture, tra cui musei navali, e volumi riconducibili alla gestione del tempo libero non costituiranno soltanto uno schermo protettivo, bensì un importante volano per nuove attività di servizio.
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