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"Quaderni Portuali": nuova pubblicazione quadrimestrale dell'Autorità Portuale di Genova su commercio, porti e trasporti
Negli anni novanta il porto genovese ha incrementato la sua quota di traffici ad alto valore aggiunto
28 dicembre 1999
L'Autorità Portuale di Genova ha presentato oggi la sua nuova pubblicazione quadrimestrale "Quaderni Portuali" dedicata all'approfondimento di temi legati all'economia marittimo-portuale. L'ente di Palazzo San Giorgio sottolinea il lato innovativo dell'iniziativa, che "va a colmare un vuoto rispetto alle tradizionali riviste portuali presenti nel panorama italiano, proponendosi un taglio scientifico e non meramente divulgativo nella trattazione degli argomenti di maggiore attualità inerenti il commercio internazionale, i trasporti, i porti e la logistica".
Sottolineando la differenza che intercorre tra l'odierna Autorità Portuale e il precedente ente gestore del porto genovese, il Consorzio Autonomo del Porto, il presidente Giuliano Gallanti ha ricordato come oggi "l'Autorità Portuale sia un ente che non gestisce, ma progetta e programma". In quest'ambito si inserisce la nuova pubblicazione, realizzata grazie al potenziamento dell'Ufficio Studi Economici dell'ente portuale e rivolta ad una sua maggiore integrazione con il mondo scientifico accademico, come già avvenuto in occasione della redazione del piano regolatore portuale e della collaborazione fornita nell'ambito del master di logistica integrata che fa capo alla Fondazione Enrico Mattei.
"Quaderni Portuali", che avrà una versione in lingua inglese, sarà divulgata gratuitamente e avrà un proprio spazio all'interno del sito web dell'Autorità Portuale. La rivista è curata da Marco Sanguineri, Laura Ghio e Francesca Moglia.
In occasione della presentazione della nuova pubblicazione, il segretario generale dell'ente portuale Fabio Capocaccia ha aperto una parentesi sull'attività operativa del porto di Genova, rilevando la "riconversione molto importante del traffico" che ha caratterizzato gli ultimi dieci anni di vita dello scalo ligure. A fronte di un traffico annuo di 40 milioni di tonnellate - ha detto infatti Capocaccia - è necessario sottolineare che all'inizio degli anni novanta il 60% era costituito da petrolio (28 milioni di tonnellate). Questa quota è poi nel tempo diminuita fino a scendere sotto i 18 milioni di tonnellate nel 1997 a seguito della chiusura dell'oleodotto per Ingolstadt, ma è stata compensata dagli incrementi registrati dai settori dei contenitori e delle merci convenzionali.
Contrariamente a quanto solitamente affermato il porto di Genova ha quindi aumentato i traffici ad alto valore aggiunto, visto che - ha detto Capocaccia - c'è un fattore 10 in termini di valore che separa una tonnellata di petrolio da una tonnellata di merce containerizzata.
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