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Necessari sei mesi di lavori per liberare dal fango le infrastrutture portuali di La Guaira
Secondo il direttore del porto l'operatività dello scalo, ridotta solo del 20% a causa del disastro, è viceversa paralizzata dalla chiusura dell'autostrada che porta a Caracas
13 gennaio 2000
Domani arriverà nel porto venezuelano di La Guaira, proveniente da Miami, la prima nave da quando lo scorso mese lo scalo è stato sommerso da una vera e propria valanga di fango, così come vaste regioni della nazione sudamericana. Non si tratta tuttavia di un avvio delle normali operazioni portuali, che saranno ripristinate solamente tra sei mesi. Dopo una verifica dei danni questo periodo è infatti stato stimato necessario per dragare i fondali delle banchine dello scalo, invase da un fiume di detriti e fango valutato in 500.000 metri cubi di materiale. Le opere di ripristino costeranno circa 2 miliardi di dollari. Ma il bilancio non contempla le perdite che dovranno affrontare gli operatori portuali, privati del traffico che attualmente è stato dirottato negli scali di Puerto Cabello e della Guanta.
Il direttore del porto, Sergio Martínez, ha comunque affermato che l'operatività portuale è attualmente ridotta solo del 20%, e la riattivazione del traffico è legata principalmente al ripristino del collegamento autostradale che unisce La Guaira con Caracas. Dei 700 autotreni che giornalmente uscivano dal porto carichi di merci si è infatti scesi a 150 veicoli; questi camion sono utilizzati unicamente per trasportare la merce che si è salvata dal disastro del 15 e 16 dicembre.
Ma la ripresa dell'attività a La Guaira non è messa in forse solo dagli enormi danni materiali che ha subìto il porto, ma anche dalla spaventosa tragedia umana che ha colpito il paese: i rappresentanti dello scalo temono infatti che tra i 30.000 morti causati dal fiume di fango ci siano numerosi lavoratori portuali. La compagnia brasiliana Columbus Line, riportando quanto affermato dal presidente della National Association of Customs Agents Hugo Mijares, ha ricordato che il fango ha travolto in porto circa 200 agenti doganali e molti altri lavoratori.
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