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Se i sudcoreani non cambieranno politica nei confronti della cantieristica navale, la CESA inviterà l'UE a condurre il caso davanti alla WTO
Finora i colloqui condotti nello scorso dicembre e nello scorso marzo non hanno dato frutti positivi. Prossimo incontro il 14 marzo, ma con poche speranze
7 marzo 2000
Se le autorità sudcoreane non si impegneranno a cambiare politica nei confronti della propria cantieristica navale nel corso del prossimo incontro (14 marzo) con le autorità europee, le industrie navalmeccaniche europee avvieranno un'azione istituzionale contro quelle sudcoreane, accusate di concorrenza sleale e in contrasto con le regole dettate dalla World Trade Organization (WTO).
Lo ha reso noto l'associazione che raggruppa le maggiori imprese cantieristiche europee (CESA), affermando che il mercato mondiale delle costruzioni navali sta attraversando una grave crisi proprio a causa dell'incontrollato aumento della produzione cantieristica sudcoreana.
La CESA in una nota afferma che nonostante gli avvertimenti lanciati al governo di Seul, la produzione di navi continua ad aumentare con il supporto dello Stato, applicando alle costruzioni prezzi inferiori ai costi. Le aziende vengono trascinate alla bancarotta ma compensate dal supporto pubblico attraverso il controllo dei mercati finanziari interni.
Nel dicembre dello scorso anno sono stati avviati tra le due parti dei colloqui che sono proseguiti nello scorso mese, ma non si sono avuti risultati apprezzabili. Anzi, afferma il CESA, le posizioni si sarebbero ulteriormente allontanate. Se nel corso del prossimo colloquio, previsto per il 14 marzo, non vi sarà un'inversione di marcia da parte dei sudcoreani, le aziende cantieristiche europee inviteranno l'UE a condurre il caso all'attenzione della WTO.
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