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A Genova il sottosegretario ai Trasporti Mario Occhipinti parla dell'imminente approvazione della legge sul lavoro portuale
La discussione (finale?) avverrà alla Camera martedì e mercoledì prossimi. Un accenno alle "autostrade del mare" e, da parte delle istituzioni e degli operatori portuali genovesi, alla necessità del terzo valico ferroviario
18 maggio 2000
La visita odierna a Genova del sottosegretario del ministero dei Trasporti e della Navigazione, Mario Occhipinti, è avvenuta alla vigilia del varo della legge sul lavoro portuale. Come ha confermato lo stesso rappresentante del governo, la discussione alla Camera dei deputati su questo provvedimento avverrà nel pomeriggio di martedì prossimo e proseguirà il giorno seguente. Secondo Occhipinti «la legge metterà le autorità portuali in condizione di avere regole precise». L'esigenza è sentita soprattutto nel porto del capoluogo ligure, alle prese con il riacutizzarsi della tensione sulle banchine. Per contrasti con la compagnia portuale Culmv, l'impresa olandese Steinweg che gestisce in porto il Genoa Terminal ha infatti annunciato la volontà di ricorrere a proprio personale. Da tempo cresce inoltre l'insofferenza dell'altra compagnia portuale, la Pietro Chiesa, che chiede di poter operare anche nei settori merceologici ora monopolio della sola Culmv. L'Autorità Portuale ha cercato di mediare e di trovare intese tra le parti, in attesa del varo della nuova normativa che dovrebbe fare chiarezza sui ruoli e sulle competenze di chi opera sui moli. Occhipinti ha annunciato che la legge ha già ottenuto l'approvazione di Mario Monti, commissario europeo alla Concorrenza, il quale ha anticipato che potrà essere chiusa la procedura d'infrazione comunitaria contro l'Italia in materia di lavoro portuale. Il nuovo quadro normativo garantirà certezze, su questo il sottosegretario non ha dubbi e ha affermato che «condizioni che non rispettino pari opportunità e concorrenza non saranno tollerate». Si va verso la costituzione di pool di manodopera, «che però facciano solo quello». La fiducia di Occhipinti è incrinata solo dall'instabilità politica: da qui a mercoledì - ha ricordato - «ci saranno di mezzo i referendum». In questo clima è utile anche un appello alle parti in conflitto: «manteniamo la pace sociale», ha esortato il sottosegretario, «facciamo in modo che quella che è stata la linea propulsiva del nostro sviluppo rimanga tale».
Esaurito il tema del lavoro portuale, affrontato di fronte ai rappresentanti del Comitato portuale e delle istituzioni dello scalo riuniti nella sede della port authority genovese, Occhipinti ha parlato dell'ossatura del sistema del trasporto italiano e del rinnovato interesse per il cabotaggio riportato in auge dagli interventi pubblici del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. «Investiremo sempre più sul cabotaggio», ha confermato il sottosegretario, sottolineando però che non ci sarà una "pioggia" di finanziamenti pubblici e che le risorse saranno riservate a iniziative pilota.
Dalle "autostrade del mare" i porti si attendono nuovi traffici. Ma alcuni scali italiani, e tra questi Genova, hanno urgente necessità di trovare altre soluzioni per inoltrare i carichi verso i mercati interni senza paralizzare le congestionate arterie stradali. La ferrovia deve essere in grado di sopportare questo crescente volume di traffici. Un appello per ottenere infrastrutture ferroviarie efficienti e idonee a smaltire la merce lo hanno lanciato tutti i rappresentanti dello scalo genovese, dal vertice dell'ente portuale ai rappresentanti dei terminalisti e dei lavoratori portuali. Una richiesta condivisa dagli stessi autotrasportatori, che però chiedono anche al governo interventi in favore della categoria, che - oberata da costi eccessivi - rischia la decimazione. Il presidente dell'Autorità Portuale, Giuliano Gallanti, ha ricordato che «il porto di Genova è competitivo, ma i problemi sorgono quando la merce deve essere portata a destinazione». Analogo il parere del rappresentante dei terminalisti, Luigi Negri, secondo cui resta da risolvere il problema logistico. L'accento è stato posto in particolare sulla necessità di realizzare il terzo valico appenninico. Un'opera improrogabile che è stata richiesta fino alla nausea negli ultimi anni da operatori e istituzioni portuali genovesi. Richiesta che evidentemente è giunta affievolita, o è stata ascoltata con poca attenzione nelle sale del governo. Eppure la considerazione per lo scalo genovese è alta. Il porto e i suoi operatori sono apprezzati, tanto che nell'ambito di un'iniziativa in atto per la creazione di un coordinamento delle autorità portuali europee «Genova - ha detto il sottosegretario - verrà proposta come coordinatrice di questo organismo». Poi però, tra il serio e il faceto, Occhipinti ha cercato con lo sguardo conferme sulla natura del terzo valico, «che dovrebbe essere ferroviario, se non ho capito male».
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