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In difficoltà le aziende belghe d'autotrasporto: diminuiscono i ricavi e aumenta il prezzo del carburante
La loro associazione, la SAV, denuncia anche il fenomeno definito come "sindrome di Betz": alcune aziende assumono autisti dell'Europa orientale, che sono sottopagati. L'incidenza del porto di Anversa nell'industria dell'autotrasporto belga
25 maggio 2000
Anche gli autotrasportatori belgi sono in fermento e fanno pressione sul governo perché conceda loro agevolazioni che ne permettano il proseguimento dell'attività. La loro associazione, la SAV, afferma che il dieci per cento degli autotrasportatori ha problemi finanziari a causa della diminuzione degli introiti, mentre aumenta il prezzo del carburante. La SAV chiede un parziale alleggerimento fiscale sul prezzo del carburante, e mette in evidenza un problema che sta minando alle basi la gestione di molte aziende, che mediamente devono destinare il 40% delle loro entrate ai costi del personale. Mancano infatti gli autisti qualificati, e alcune aziende assumono personale proveniente da nazioni dell'Europa orientale, che lavorano con salari minimi.
Si tratta della cosiddetta "sindrome Betz", dal nome del proprietario tedesco di un'importante società d'autotrasporto, Willi Betz, che fa condurre da autisti provenienti da paesi dell'Est europeo i suoi camion immatricolati in Germania o, ancor peggio, in paesi dell'Europa orientale. Si verifica dunque nell'autotrasporto una situazione molto simile a quella che viene lamentata nel trasporto marittimo, talvolta affidato a navi immatricolate sotto "bandiere ombra" o comunque a navi il cui equipaggio è composto da marittimi sottopagati. Se e quando le nazioni dell'Est europeo entreranno a far parte dell'Unione Europea, ponendo faccia a faccia interi settori economici che corrispondono a condizioni sociali che si trovano su piani molto diversi, la situazione nel settore dell'autotrasporto deflagrerà.
Gli autotrasportatori belgi che rispettano le regole e la concorrenza leale sono ora sensibilmente svantaggiati rispetto a quelle aziende che ricorrono all'impiego di personale extra-UE. Ma non vi sono strumenti giuridici per bloccare questo fenomeno.
Intanto la National Bank of Belgium, d'accordo con la Antwerp Port Federation (AGHA) e la Antwerp Port Authority, ha comunicato i dati che si riferiscono alla quota di lavoro generata dal porto di Anversa nell'industria nazionale dell'autotrasporto. La statistica, che si riferisce al 1998, rivela che l'11,8% della forza lavoro, il 16,2% del giro d'affari e il 12,4% del valore aggiunto generato dall'industria nazionale dell'autotrasporto si devono ai trasporti da e per il porto di Anversa. L'estrapolazione delle percentuali porta a 4.800 lavoratori, a 46 miliardi di franchi belgi di giro d'affari ( 1.140 milioni) e a 12 miliardi di franchi belgi di valore aggiunto ( 297,47 milioni).
La statistica rivela anche che oltre la metà dei dati si riferisce al trasporto di container.
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