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Ristrutturazione dell'Europe Combined Terminals, che riduce il numero dei dipendenti
Nei terminal Home e Delta alcuni servizi, finora resi gratuitamente, verranno fatturati. L'anno scorso l'ECT ha manipolato nei suoi terminal 4,5 milioni di teu
13 giugno 2000
L'Europe Combined Terminals (ECT) ha terminato la sua avventura italiana ritirandosi dalla gestione del container terminal del Molo VII del porto di Trieste. La società nel 1999 ha subito un passivo di 41 milioni di fiorini olandesi. Ora L'ECT ha deciso di dedicarsi più compiutamente alla gestione dei suoi terminal olandesi, alla centralità - intesa questa in senso propriamente geografico - del core business della sua attività terminalistica.
Per far quadrare i conti ridurrà il numero dei dipendenti all'Home Terminal, che attualmente è in passivo di 25 milioni di fiorini l'anno, per farlo tornare in attivo nel 2002. Nel terminal circa il 15% delle ore/uomo sono mediamente perdute per malattia dei dipendenti. Inoltre nei terminal Home e Delta alcuni servizi resi all'armamento e alla merce, che ora sono gratuiti, verranno fatturati, mentre alcune attività legate all'informatica dovranno essere date in gestione ad altre società, consentendo l'alleggerimento del numero dei dipendenti.
Nello scorso anno i container manipolati nei terminal ECT sono aumentati solamente del 2%, fino a 4,5 milioni di teu.
Attualmente l'ECT è in trattative con la Maersk Sealand, che avrebbe intenzione di trasferire tutto il suo traffico, circa un milione di teu l'anno, nel proprio terminal, il Maasvlakte Terminal, di cui l'ECT detiene un terzo del capitale. In questo caso il container terminal della Sea-Land diverrebbe completamente disponibile per il traffico di altre compagnie.
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