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La Flare affondò perché non erano state effettuate riparazioni indispensabili alla struttura della nave
Il Transportation Safety Board of Canada afferma inoltre che sulla nave, affondata presso Terranova il 16 gennaio 1998, mancavano sistemi di sicurezza e che all'equipaggio assoldato a Rotterdam non era stata impartita alcuna istruzione sulla messa in mare delle scialuppe di salvataggio
17 giugno 2000
Il sindacato internazionale dei marittimi International Transport Worker's Federation (ITF) ha dato un sostegno piuttosto tiepido al rapporto, pubblicato nei giorni scorsi, sull'indagine condotta dal Transportation Safety Board of Canada sull'affondamento della nave Flare. L'unità, dell'età di 25 anni e registrata a Cipro, affondò al largo della costa di Terranova il 16 gennaio 1998, mentre stava navigando da Rotterdam a Montreal. Nell'affondamento perirono 21 marittimi. Il sindacato ITF rappresenta tre dei quattro sopravvissuti e le famiglie di cinque marittimi. L'ITF afferma che sebbene sia stato necessario più tempo del previsto per condurre l'indagine, le conclusioni costituiscono un lavoro di vasta portata e che l'analisi tecnica del fatto di mare conferma i rilievi espressi dall'organizzazione sindacale.
Il Transportation Safety Board afferma che:
l'affondamento è stato determinato dall'inadeguata zavorra della nave che l'ha resa vulnerabile al rollio e agli altri violenti movimenti in navigazione (la Flare quando affondò non aveva carico).
i proprietari dell'unità hanno omesso l'effettuazione di riparazioni strutturali, fattore che ha contribuito all'affondamento. L'armatore avrebbe dovuto completare riparazioni essenziali a Rotterdam prima dell'inizio del viaggio che fu fatale alla nave.
non sono stati attivate le indicazioni di posizione della nave con il radiofaro e altri segnali di pericolo, cosicché le ricerche dei soccorritori sono durate più a lungo del dovuto. Molti marinai sono periti nelle acque gelate dell'oceano; miracolosamente quattro si sono salvati dopo alcune ore trascorse in acqua.
il comandante della nave e la maggioranza dei componenti dell'equipaggio erano saliti per la prima volta sulla nave, essendo stati ingaggiati a Rotterdam. L'equipaggio non era stato preparato all'uso delle scialuppe di salvataggio e non conosceva le procedure di abbandono nave. Quindi quando la nave si spezzò in due tronconi l'equipaggio non fu capace di mettere in mare le scialuppe.
Il rapporto mette in evidenza la colpa del proprietario della nave, incapace di operare e rendere sicura una nave: il risultato è stato l'alto numero di marittimi affogati.
Tuttavia l'ITF ritiene che il rapporto non enfatizzi sufficientemente le colpe del proprietario della nave. Inoltre omette di sottolineare quanto l'attuale sistema internazionale di regolamenti sia stato incapace di prevenire l'affondamento della nave.
Il legale dell'ITF, Deirdre Fitzpatrick, ha detto che i sopravvissuti testimoniano l'assenza di sistemi di sicurezza, dovuta al fatto che il proprietario della nave aveva tagliato i costi per assicurarsi un maggior guadagno. L'affondamento della Flare era un avvenimento annunciato, e vi sono molti altri casi del genere su tutti gli oceani del mondo. «Non si vedrà la fine di questi disastri - ha detto il legale - finché non verranno adottate regole internazionali più severe che colpiscano gli operatori poco seri che si servono delle bandiere di convenienza facendo correre rischi ai marittimi».
Il legale dell'ITF ha assicurato che continuerà a prestare la propria opera a favore dei sopravvissuti e delle famiglie dei marittimi periti nell'affondamento della nave, al fine di far loro ottenere adeguati risarcimenti con sentenze dei tribunali canadesi. Tuttavia alla data odierna non è stato pagato alcun risarcimento ai sopravvissuti né alle famiglie dei marittimi periti. L'ITF comunque ha condotto un'ampia indagine sulle cause dell'affondamento con l'ausilio di esperti londinesi e del Canada, dove prosegue il procedimento contro i proprietari della Flare.
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