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Venduti all'asta, pezzo per pezzo, i cantieri navali Ateliers et Chantiers du Havre
Si moltiplicano intanto le proposte di utilizzazione dell'area su cui sorgevano gli stabilimenti
23 giugno 2000
Come una nave smantellata in uno stabilimento di demolizione, anche i cantieri Ateliers et Chantiers du Havre sono stati sminuzzati, spezzettati, frantumati, disintegrati e venduti all'asta. Ogni pezzo è stato catalogato e il martello del banditore ad ogni battuta ha segnato via via la sparizione del cantiere, le cui parti sono state cedute anche ad amatori e professionisti in cerca di materiali particolari. Così tutto quello che aveva formato nel suo assieme uno dei più importanti cantieri navali europei se n'è andato, pezzo per pezzo, lasciando un grande vuoto dietro di sé. Eccetto qualche pezzo da collezione e alcuni archivi che sono stati consegnati agli archivi del Dipartimento, tutto il resto è sparito: i capannoni smontabili, la gru da 100 tonnellate di potenza di sollevamento, le macchine, i carriponte, le macchine saldatrici e un'enorme quantità di attrezzature. Sono stati messi all'asta anche tutte le attrezzature della cucina del cantiere e i mobili dell'infermeria. Non è rimasto nulla.
Alla fine del mese gli ultimi dipendenti rimasti chiuderanno definitivamente i cancelli del cantiere.
Rimane libera un'area che ora fa gola a molti. Stretta tra i container terminal dell'Atlantico e delle Americhe, sarebbe molto utile per il parcheggio dei container in attesa d'imbarco e di avvio nell'hinterland. Ma la città ne reclama il possesso per tramutarla in spazi verdi e in luoghi di convivio. Altri pensano invece alla creazione di un centro di attività economiche dedicato al porto o alle nuove tecnologie. Insomma, le proposte non mancano e tutti tirano la giacca ai dirigenti del Piano di Sviluppo Industriale di Le Havre, che ora sono investiti di un'enorme responsabilità. E' certo che qualsiasi loro decisione verrà comunque contestata.
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