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Port Irene, nelle Filippine, potrà diventare il porto della regione del Cagayan
Accordo tra CEZA e APIT per un investimento di 80 milioni di dollari per il risanamento e il potenziamento del porto, che si porrà come centro alternativo di trasbordo rispetto ai porti di Taiwan
21 agosto 2000
Con un investimento di 80 milioni di dollari la Cagayan Economic Zone Authority (CEZA) e la Asia-Pacific International Terminals Inc. (APIT) risaneranno e potenzieranno il porto di Port Irene a Santa Ana (Cagayan), nelle Filippine, come centro alternativo di trasbordo rispetto ai porti di Taiwan.
APIT finanzierà il progetto con 80 milioni di dollari per trasformare Port Irene in un porto di prima classe che potrebbe misurarsi con i maggiori porti asiatici come Kaohsiung e Hong Kong, e senza costare un dollaro allo Stato.
La prima fase del progetto di sviluppo del porto ne prevede il potenziamento per attirare l'eccedenza della domanda che attualmente fa capo specialmente a Hong Kong e a Singapore, oltre a divenire il porto d'imbarco dei principali prodotti che provengono dall'interno del paese.
Quando il porto sarà giunto a un buon grado di sviluppo sarà in grado di catalizzare l'industrializzazione dell'intero Cagayan, aprendolo al commercio e ad altre opportunità economiche.
Secondo le previsioni il progetto, che attirerà investimenti nell'agricoltura della Cagayan Valley, premierà gli sforzi finora attuati per rendere la regione autosufficiente nella produzione di riso.
«La Cagayan Valley non rimarrà più isolata quando diverrà completamente operativo Port Irene - ha detto Rodolfo Reyes, presidente del consiglio d'amministrazione del CEZA - e potrà sviluppare al massimo le sue potenzialità per produrre riso e altri generi ad alto valore aggiunto per rifornire Manila e altre parti del paese».
Altri mercati asiatici come quelli di Cina, Giappone, Hong Kong, Taiwan e Corea del Sud saranno potenziali mercati per i prodotti agricoli della Cagayan valley, esportati via Port Irene.
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