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Il traffico nel porto cileno di San Antonio, gestito dalla SAAM e dal partner SSA Holding International, è aumentato del 7% nel primo semestre di quest'anno
Il traffico containerizzato costituisce oltre la metà dell'intero traffico portuale. In giugno tuttavia vi è stata una flessione del 20% delle merci
19 agosto 2000
Jose Manuel Morales, presidente del consiglio d'amministrazione del porto cileno di San Antonio - il maggior porto del paese che sorge 110 chilometri a occidente della capitale Santiago - ha comunicato che durante il primo semestre di quest'anno il traffico nel porto ha totalizzato 4.372.000 tonnellate, con un incremento del 7% sulle 4.095.000 tonnellate dell'equivalente periodo del 1999. Secondo Morales il porto è in grado di raggiungere quest'anno quasi 9 milioni di tonnellate, l'8% più di quanto realizzato lo scorso anno.
Oltre metà del traffico, esattamente il 54% di tutti i carichi che sono passati in porto, è rappresentato da merci containerizzate, che con 2,4 milioni di tonnellate sono aumentate del 15% rispetto allo stesso periodo del 1999.
I carichi liquidi sono ammontati a 262.799 tonnellate, facendo segnare un incremento del 17%, mentre quelle solide sono calate del 10% avendo totalizzato 1,24 milioni di tonnellate.
Il traffico realizzato in giugno è stato di 650.245 tonnellate di merci, con una marcata flessione - il 20% - rispetto alle 808.619 tonnellate del giugno 1999. Nello stesso mese i carichi containerizzati sono invece aumentati del 5%, con 367.401 tonnellate rispetto a 350.247 tonnellate del giugno 1999.
L'anno scorso il governo cileno aveva assegnato una concessione operativa alla compagnia cilena SAAM e al suo partner statunitense SSA Holdings International, per la gestione di San Antonio. Questi operatori investiranno nel porto 58 milioni di dollari nei prossimi tre anni per raddoppiarne il traffico in un periodo di tempo che va dai cinque agli otto anni.
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