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Bruxelles dà il proprio assenso alla ripartizione del traffico nel sistema aeroportuale milanese
Approvato il decreto Bersani bis, a patto che entro 15 giorni dalla notifica UE siano apportate le modifiche proposte dalle autorità italiane nella lettera inviata alla Commissione UE lo scorso 4 dicembre
21 dicembre 2000
Via libera da Bruxelles alla ripartizione del traffico nel sistema aeroportuale di Milano. Oggi la Commissione Europea ha infatti approvato il cosiddetto "decreto Bersani bis" per la ripartizione del traffico tra gli aeroporti di Malpensa e Linate. L'UE, che aveva espresso riserve sul decreto italiano del 3 marzo scorso (in vigore dal 20 aprile), ha ora preso atto delle ultime proposte delle autorità italiane contenute nella lettera inviata lo scorso 4 dicembre, subordinando però il proprio beneplacito alla attuazione di queste proposte di "aggiornamento" entro quindici giorni dalla notifica della decisione.
Loyola de Palacio, vicepresidente della Commissione e responsabile dei Trasporti e dell'Energia, ha dichiarato di confidare che «questa decisione ragionevole consentirà il pieno sviluppo di Malpensa e del sistema aeroportuale milanese, così necessario allo sviluppo di questa parte dell'Europa, nel rispetto delle regole comunitarie, quali sono osservate dagli altri grandi aeroporti europei».
Dopo il varo del decreto Bersani alcuni Stati membri dell'UE avevano chiesto alla Commissione Europea di valutare se il decreto del governo italiano fosse compatibile con il regolamento n. 2408/92 riguardante l'accesso dei vettori aerei comunitari alle rotte intracomunitarie. Il decreto italiano prevedeva che i vettori comunitari potessero operare sullo scalo di Linate voli di linea "punto a punto" con altri aeroporti dell'Unione europea in base ad un numero di frequenze stabilito con riferimento ai volumi del traffico passeggeri, mentre il resto del traffico non avrebbe potuto essere gestito a Linate.
Lo scorso 16 marzo inoltre dodici fra i principali vettori aerei avevano presentato alla Commissione un esposto denuncia nei confronti del provvedimento italiano, asserendo che esso contravveniva ai principi di non discriminazione e di proporzionalità. Le autorità tedesche, austriache, danesi, svedesi e belghe avevano chiesto alla Commissione di prendere posizione su tale decreto.
Le autorità italiane, con la lettera del 4 dicembre, avevano però comunicato la loro intenzione di dare istruzione all'ENAC di portare da 13 a 18 movimenti orari la capacità dell'aeroporto di Linate, in considerazione dell'aumentata capacità di trattamento del centro di controllo aereo della zona di Milano. Le autorità italiane - ricorda Bruxelles - hanno affermato che queste nuove capacità avrebbero consentito di modificare le regole di ripartizione del traffico aereo e che era loro intenzione adottare a breve scadenza un nuovo decreto modificativo di quello del 3 marzo; le nuove disposizioni dovrebbero prevedere quanto segue:
tutte le capitali europee potranno d'ora innanzi essere collegate all'aeroporto di Linate in ragione di almeno una frequenza giornaliera andata-ritorno;
gli aeroporti comunitari il cui volume di traffico annuale nel 1999 sia stato superiore a 40 milioni di passeggeri potranno essere collegati con l'aeroporto di Linate in ragione di un minimo di due frequenze giornaliere andata-ritorno.
l'Italia procederà, prima della fine del 2001, ad una verifica del funzionamento delle regole di ripartizione del traffico all'interno del sistema aeroportuale milanese.
Sulla base di queste condizioni la Commissione ritiene che l'Italia possa applicare le regole di ripartizione del traffico contenute nel decreto del 3 marzo 2000, a patto che esse vengano modificate entro i quindici giorni successivi alla notifica della decisione e nei modi indicati dalle autorità italiane nella lettera del 4 dicembre.
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