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Gli agenti marittimi devono adeguarsi all'evoluzione organizzativa e tecnologica del lavoro «per non subire il progresso, ma per governarlo»
Lo ha detto il presidente di Federagenti, Luigi Negri, aprendo oggi a Cagliari l'assemblea nazionale
1 giugno 2001
Aprendo oggi a Cagliari i lavori dell'assemblea nazionale della Federagenti, il presidente Luigi Negri ha espresso soddisfazione per gli ottimi risultati conseguiti dai terminal italiani lo scorso anno, con oltre sette milioni di teu movimentati. A questo dato si aggiunge la complessiva crescita della flotta mercantile italiana, che ha registrato un incremento del 10% in termini di stazza e del 4% in termini di numero di navi, per un totale di 10 milioni di tonnellate di stazza lorda con oltre 1.400 navi giovani e specializzate.
Negri ha quindi ricordato alcune importanti questioni nelle quali gli agenti marittimi italiani sono da tempo impegnati: in primo luogo il miglioramento delle norme del registro internazionale di iscrizione delle navi, miglioramento che secondo gli agenti deve riguardare soprattutto il sistema di tassazione fiscale, bisognoso di una congrua semplificazione. In secondo luogo è necessario migliorare le normative per la navigazione di cabotaggio, per portare le disposizioni al livello di quelle vigenti nei paesi europei concorrenti: con la liberalizzazione introdotta nel 1999 - ha spiegato Negri - il cabotaggio italiano è infatti insidiato da flotte europee operanti con propri registri internazionali, che accrescono notevolmente la loro competitività.
Negri si è poi soffermato sul settore portuale, parlando della proposta di direttiva sui porti presentata lo scorso febbraio a Bruxelles dalla Commissione Europea. Secondo Negri la riduzione del periodo delle concessioni proposta dalla Commissione vanificherebbe gli ingenti investimenti effettuati, investimenti che necessitano di lunghi lassi di tempo per essere ammortizzati. Con l'aiuto del sindacato internazionale, la Federagenti cercherà quindi di ottenere una modifica della direttiva.
In merito alla situazione economica, Negri ha detto che - a causa delle previsioni troppo ottimistiche presentate a Bruxelles all'interno del programma di stabilità per il periodo 2001/2004 - quella italiana rischia di essere la peggiore performance europea.
Nelle conclusioni Negri ha affrontato alcune considerazioni sulla categoria degli agenti marittimi, sottolineando la necessità di reazione all'evoluzione organizzativa e tecnologica del lavoro «per non subire il progresso, ma per governarlo».
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