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La Commissione UE avvia procedimenti contro alcuni Stati membri per infrazione delle procedure comunitarie sulla sicurezza marittima
L'azione dell'esecutivo europeo riguarda Lussemburgo, Belgio, Olanda, Grecia, Germania, Regno Unito, Irlanda, Portogallo, Austria, Svezia e Finlandia
24 luglio 2001
La Commissione Europea ha deciso nei giorni scorsi di avviare dei procedimenti contro il Lussemburgo, il Belgio, l'Olanda, la Grecia, la Germania e il Regno Unito per non aver pienamente rispettato le normative europee sulla sicurezza della navigazione non avendo informato la Commissione delle misure assunte a livello nazionale in merito al Port State Control. Queste nazioni non hanno infatti comunicato alla Commissione le misure adottate per recepire la direttiva 1999/97/CE, che promuove il rafforzamento delle misure di Port State Control individuando con maggior precisione le navi da sottoporre a ispezione e concentrando le risorse a disposizione nella lotta alle navi substandard. La direttiva introduce anche l'obbligo di rendere note mensilmente le informazioni relative alle navi detenute nei porti comunitari.
Analoghi procedimenti sono stati inoltre avviati contro il Lussemburgo, il Belgio, l'Olanda, l'Irlanda, la Grecia, il Portogallo, l'Austria, la Svezia e la Finlandia per non aver comunicato alla Commissione le misure assunte a livello nazionale in merito alle ispezioni obbligatorie sulle navi passeggeri che svolgono servizi regolari da e per i porti comunitari, come stabilito dalla direttiva 1999/35/CE. Il Belgio è stato inoltre chiamato a rispondere davanti alla Corte di Giustizia dell'UE per non aver informato la Commissione delle misure assunte in merito alle unità da pesca.
«L'UE - ha spiegato Loyola de Palacio, vicepresidente della Commissione - ha deciso di fare della sicurezza della navigazione una priorità. Ciò significa che non dobbiamo solamente promuovere una migliore normativa, ma anche controllare che tutte le necessarie misure siano adottate dagli Stati membri».
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