Le organizzazioni sindacali italiane si schierano contro il governo sul tema del lavoro portuale. Oggi, in un comunicato congiunto, le segreterie nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno dichiarato di «aver appreso da notizie stampa, poi confermate da associazioni aderenti al Comitato di Coordinamento dell'Utenza Portuale, che il ministero dei Trasporti e della Navigazione si accingerebbe ad emanare un atto amministrativo che, nei fatti, annullerebbe, nei porti italiani, l'applicazione della legge 186/2000 in materia di lavoro portuale. In particolare verrebbe attaccata la norma che prevede, per tutte le imprese operanti in porto, l'applicazione di un trattamento economico e normativo minimo inderogabile avente a riferimento il contratto collettivo nazionale dei lavoratori dei porti stipulato il 27 luglio 2000».
«Se tale iniziativa fosse portata a compimento - hanno precisato le organizzazioni sindacali - si attuerebbe un ulteriore atto gravissimo contro i lavoratori e si porterebbe a termine un atto scorretto dal punto di vista politico e giuridico, oltre a compromettere gli stessi interessi delle imprese portuali più strutturate. Infatti il governo coglierebbe tre risultati: modificare una legge attraverso una circolare, compiendo un atto di arroganza ed un vero e proprio abuso di potere; colpire il principio dell'applicazione contrattuale omogenea per lavoratori che esercitano la stessa attività, colpendo un elementare diritto dei lavoratori di natura costituzionale ed aprendo ulteriormente la strada alla delegittimazione dei contratti nazionali di lavoro; alterare la concorrenza compromettendo gli interessi delle imprese più grandi e strutturate a favore di imprese d'assalto che potrebbero scegliere a loro piacimento il costo del lavoro».
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno annunciato di iniziare da oggi «la mobilitazione contro la possibile e sciagurata iniziativa del governo, impegnati a difendere fino in fondo i diritti dei lavoratori».
«Come primo atto di mobilitazione - hanno precisato - le rappresentanze territoriali delle organizzazioni sindacali si recheranno nei prossimi giorni presso i prefetti delle città portuali a rappresentare la ferma protesta dei lavoratori. Qualora il governo non receda da tale proposito la mobilitazione crescerà secondo le iniziative che verranno unitariamente adottate».
Le segreterie nazionali dei sindacati hanno inoltre inviato oggi un invito al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Pietro Lunardi, al viceministro dello stesso dicastero, Mario Tassone, al ministro del Welfare, Roberto Maroni, e al sottosegretario al Lavoro, Maurizio Sacconi, chiedendo sia fissato un urgentissimo incontro ai fini di «prevenire scioperi nella portualità a seguito di ipotizzate circolari tese a scardinare l'impianto contrattuale» e di «definire percorsi di confronto serrato per concordare soluzioni atte a definire un sistema di ammortizzatori sociali relativo al mancato avviamento al lavoro».
Intanto Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato per domani uno sciopero di quattro ore nei porti nell'ambito degli scioperi programmati nel settore del trasporto. |
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