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Secondo l'IRU «il trasporto combinato non è la panacea, come molti politici ritengono»
Una ricerca commissionata dall'associazione e dalla BGL dimostra come il trasporto combinato e il trasporto stradale determinino analoghi livelli di consumo di combustibili e di emissioni di CO2
6 maggio 2002
Secondo una ricerca scientifica commissionata dall'IRU (International Road Transport Union) e dalla BGL (Bundesverband Güterkraftverkehr Logistik und Entsorgung e.V.), il trasporto combinato strada-rotaia e il trasporto stradale determinano analoghi livelli di consumo di combustibili e di emissioni di anidride carbonica. Lo studio è stato realizzato da due istituti di ricerca tedeschi: l'IFEU, specializzato nei settori energetico ed ambientale, e lo SGKV, che si occupa di trasporto combinato. «La nostra ricerca - ha detto il dottor Ulrich Höpfner dell'IFEU - mostra come il trasferimento dei carichi dai camion ai treni possa ridurre soprattutto il consumo energetico e le emissioni di CO2, ma non sempre e non automaticamente».
«Il Libro Bianco sul trasporto della Commissione Europea - ha detto il vicepresidente dell'IRU e presidente della BGL, Hermann Grewer - tenta di trasferire la merce dalla strada alla rotaia e ad altre modalità di trasporto che afferma siano più favorevoli ambientalmente. Ma la Commissione non adduce prove a supporto della sua asserzione. Il nostro studio, la prima analisi approfondita in questo campo, mostra che trasferire le merci dalla strada alla ferrovia in realtà non ridurrà l'impatto ambientale complessivo del trasporto».
Secondo l'IRU, lo studio evidenzia come il trasporto combinato offra significativi vantaggi ambientali sul trasporto stradale solo per due motivi. Uno è paradossalmente - ha sottolineato l'associazione - quando l'energia elettrica utilizzata per fornire la propulsione ai treni è prodotta dagli impianti nucleari e da altre fonti energetiche non fossili. L'altro è quando la distribuzione via strada avviene su brevi distanze o nella stessa direzione del viaggio andata-ritorno. L'IRU ha precisato che il Libro Bianco effettua a malapena una distinzione tra il trasporto ferroviario merci convenzionale e il trasporto combinato e le varie forme del trasporto combinato, mentre le differenze sono sostanziali. «Lo studio dell'IRU e della BGL - ha sottolineato l'associazione - è focalizzato sul trasporto combinato, perché il trasporto ferroviario merci convenzionale non è un sostituto del trasporto stradale. Lo studio mostra inoltre come le tecniche di trasporto combinato privilegiate attraverso l'Austria, l'autostrada viaggiante (dove il semi-trailer, la motrice e l'autista sono tutti trasportati sul treno), facciano meno bene in termini di energia e di CO2 rispetto al trasporto combinato non accompagnato o al puro autotrasporto».
La ricerca commissionata dall'IRU e dalla BGL compara il trasporto combinato e il trasporto stradale su 14 assi transeuropei dove - ha specificato l'IRU - il trasporto combinato opera particolarmente bene. L'International Road Transport Union ha inoltre messo in evidenza come lo studio rilevi che «le performance ambientali dell'autotrasporto non vengano necessariamente ridotte da restrizioni al traffico camionistico motivate politicamente».
«Trasferire il traffico merci dai camion ai treni - ha affermato il segretario generale dell'IRU, Martin Marmy - non farà risparmiare molta energia. Il trasporto combinato non è la panacea, come molti politici ritengono. Per raggiungere i loro obiettivi sconsiderati, impongono sanzioni all'autotrasporto che determinano solo penalizzazioni maggiori sia all'economia che all'ambiente. Invece gli opinion leaders che vogliono che l'Europa benefici della mobilità sostenibile per le persone e per le merci dovrebbero chiedere una politica di trasporto per tutte le modalità basata sulle tre "i", "innovazione, incentivi e infrastrutture", dell'IRU».
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