Nel corso del convegno "Le autostrade del mare: integrare i trasporti per crescere", organizzato da Federtrasporto e Confitarma, che si è svolto oggi a Roma nella sede di Confindustria, il vicepresidente e amministratore delegato del CETENA, Luigi Mor, ha presentato le conclusioni del Programma Straordinario di Ricerca per lo Sviluppo del Cabotaggio Marittimo e Fluviale che CETENA (Centro per gli Studi di Tecnica Navale del gruppo Fincantieri) ha elaborato in collaborazione con COFIR (Consorzio Confitarma-Finmare per la Ricerca) secondo quanto disposto dalla legge n. 413 del 1998.
Dalla ricerca sono emersi i vantaggi dell'"infrastruttura-mare", che ha costi di realizzazione fino a dieci volte inferiori rispetto a strade e ferrovie, tempi di entrata in servizio ristrettissimi e costi ambientali molto vantaggiosi. Per sfruttare tali vantaggi lo studio mette a disposizione modelli matematici che consentono la simulazione delle varie opzioni. La ricerca sottolinea l'importanza di due elementi: le navi e gli snodi portuali. Per le navi - precisa lo studio - occorre poter disporre di unità specifiche per velocità, capacità di procedere con condizioni meteo-marine difficili, flessibilità operativa, costi di gestione; i terminal portuali devono invece essere più efficienti, operativi nelle 24 ore, collegati direttamente a strade e ferrovie. Queste misure consentirebbero di abbattere i costi del trasporto marittimo di circa il 15%.
Il rapporto rileva come il trasporto merci in Italia lieviterà del 40% da qui al 2010, passando da 1,35 miliardi ad oltre 2 miliardi di tonnellate. Ciò significa che oltre 100mila veicoli commerciali, pari al 60% in più dell'attuale parco circolante, si riverserà ogni giorno su strade ed autostrade. Oggi il 66% di queste merci viaggia su gomma, così come l'87% dei passeggeri.
Attualmente il cabotaggio tra i porti italiani movimenta un volume pari ad appena il 4% dei 60 milioni di tonnellate di merci trasportate su strada su distanze superiori ai 500 chilometri. Il rapporto sottolinea che, se con azioni di promozione e di incentivazione si toccasse il 10%, si eliminerebbero dalle strade italiane 240mila mezzi pesanti, ovvero una colonna di Tir di 12mila chilometri.
Lo studio ipotizza la possibilità di dirottare via mare entro il 2010 un volume di traffico delle merci idonee al trasporto marittimo non inferiore ai 10-12 milioni di tonnellate; la rete terrestre si alleggerirebbe così di circa 600mila veicoli commerciali all'anno, con una diminuzione del 25% del traffico pesante sulle autostrade. Per fare questo - sottolinea la ricerca - occorre considerare le autostrade del mare un'infrastruttura su cui investire, parte integrante del sistema dei trasporti nazionali. Occorrerà quindi realizzare navi mirate alle rotte individuate e alle esigenze degli armatori in termini di comfort, velocità, sicurezza, ecc. Nello studio non si è infatti privilegiato tanto lo sviluppo di una nave per il cabotaggio, quanto piuttosto sono state approfondite quelle tecnologie che possono migliorare i singoli mezzi.
Sul versante porti bisognerà invece realizzare banchine e piazzali dedicati al cabotaggio. Andranno poi aboliti i vincoli burocratici e regolamentari che complicano il trasporto marittimo e non lo fanno considerare appetibile in una moderna catena di trasporto intermodale.
Per realizzare le "autostrade del mare" - hanno precisato CETENA e COFIR - è necessario trovare convergenza d'azione e sinergia tra le istituzioni nazionali e regionali, l'autotrasporto, le autorità portuali, l'armamento pubblico e privato, la cantieristica navale e gli operatori logistici, nonché gli stessi operatori dei sistemi autostradale e ferroviario. E' inoltre necessario - hanno sottolineato i due enti - supportare con continuità anche la ricerca navale.
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