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Confitarma ha chiesto al governo di riconoscere incentivi agli autotrasportatori perché scelgano la via del mare
Nel corso dell'assemblea annuale gli armatori italiani hanno inoltre invocato interventi a favore dell'industria marittima, tra cui l'istituzione della tonnage tax. Pier Luigi Foschi eletto vice presidente della confederazione
26 giugno 2002
Le imprese armatoriali italiane hanno chiesto al governo di incentivare il trasporto via mare delle merci con ticket ambientali riconosciuti agli autotrasportatori. Questa, insieme con la richiesta di interventi sulle infrastrutture e sull'organizzazione portuale, è una delle principali proposte che il presidente di Confitarma, Giovanni Montanari, ha avanzato nella relazione presentata oggi nel corso dell'assemblea annuale della confederazione armatoriale, che pubblichiamo nella rubrica "Forum dello shipping e della logistica". Al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi, presente alla riunione, Montanari chiesto una nuova politica per il settore armatoriale, che si articoli su quattro punti fondamentali: l'allineamento del registro ordinario a quello internazionale, per garantire l'espansione della flotta mercantile italiana; l'attuazione di una politica di rinnovamento del naviglio minore obsoleto; la promozione della formazione e della qualificazione dei marittimi, con la creazione di specifiche accademie del mare; la realizzazione del progetto delle autostrade del mare, per decongestionare il collasso costante del traffico su strade ed autostrade.
Secondo Montanari «pochi, mirati provvedimenti normativi, che adeguino la legislazione in vigore e con un minimo impegno della finanza pubblica possono dare nuovo slancio alla flotta, sia internazionale sia di cabotaggio». Il presidente di Confitarma ha ricordato i benefici ottenuti dalle flotte di altri Paesi dell'UE con il migliore utilizzo degli strumenti offerti dalla politica comunitaria, compresa l'istituzione della tonnage tax. «Quella italiana - ha precisato - è una buona legislazione per quanto riguarda la navigazione internazionale: basterà poco per renderla competitiva con le legislazioni europee più recenti come quella inglese, ma sarà indispensabile estenderla strutturalmente al cabotaggio». Gli armatori italiani ritengono infatti che, estendendo al cabotaggio i benefici in materia di costo del lavoro già previsti per il Registro Internazionale, l'ulteriore impegno dello Stato ammonterebbe a 65 milioni di euro: una goccia nel mare - secondo Confitarma - rispetto alla propulsione che riceverebbe da questo provvedimento la flotta italiana, che, in contropartita, s'impegnerà ad incrementare il naviglio di 3,5 milioni di tonnellate stazza lorda entro il 2004, con un'occupazione prevista di 12-15mila unità. Gli armatori sono preoccupati per l'inversione di tendenza relativa alla consistenza della flotta verificatasi nel secondo semestre dello scorso anno: «la consistenza dell'intera flotta italiana al dicembre '98 - ha ricordato Montanari - era di 8.712.000 tonnellate di stazza lorda, poi si è avuto un progressivo incremento sino alla punta di 10.354.000 tsl raggiunte nel luglio 2001, con un incremento netto di 1.642.000 tonnellate nell'arco di due anni e mezzo. Dal secondo semestre 2001 si è invece registrato un continuo decremento quantificabile in circa 400.000 tsl di meno a fine anno. Una decisa inversione di tendenza, quindi, che ha attestato la flotta a circa 9.966.000 tsl, facendola scendere al terzo posto in Europa».
Nel suo intervento Montanari ha inoltre sottolineato l'importanza della formazione: «l'evoluzione tecnologica - ha detto - richiederà che gli addetti siano veri e propri tecnici naviganti». Il presidente di Confitarma ha inoltre sottolineato il ridotto impatto ambientale del trasporto marittimo, considerato il sistema di trasporto più ecologico anche dalle associazioni ambientaliste più severe, e ha menzionato i tre progetti avviati dalla confederazione sul fronte della sicurezza e della qualità: il Progetto Rome, che mira a migliorare la qualità e la sicurezza nella gestione navale, sia a terra che a bordo, l'Unità di Crisi di Confitarma, centro di supporto alle imprese associate, punto di raccordo fra gli interlocutori coinvolti nelle emergenze che si presentano in mare, e il Progetto Ecogestione, iniziativa pilota per l'applicazione dei sistemi di gestione ambientale da parte delle società armatoriali.
Ieri sera intanto, su proposta di Montanari, il consiglio di Confitarma, riunitosi a Roma dopo la sessione privata dell'assemblea dei soci, ha eletto vicepresidente della confederazione armatoriale Pier Luigi Foschi, presidente e amministratore delegato di Costa Crociere. Una nomina che sancisce il ritorno ai vertici della confederazione del settore crociere. Foschi ha detto che si impegnerà durante il suo mandato principalmente per «il miglioramento della competitività delle aziende del settore attraverso la creazione di un ambiente legislativo, fiscale e di relazioni industriali ad esse più favorevole; la salvaguardia della specializzazione nel settore passeggeri, e crociere in particolare, della cantieristica nazionale; il sostegno allo sviluppo di programmi che possano nuovamente stimolare nei ragazzi italiani l'interesse a intraprendere una carriera da ufficiale della marina mercantile». Foschi - al quale il ministro Lunardi ha consegnato il premio Rome assegnato a Costa Crociere - si affianca a Nicola Coccia, Giovanni Delle Piane ed Emanuele Grimaldi. Inoltre il consiglio ha eletto nel comitato esecutivo i consiglieri Giovanni Grimaldi, amministratore della Gilnavi (Grandi Navi Veloci) e direttore finanziario del gruppo Grimaldi, e Giuseppe Lembo, socio della Deiulemar.
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